Come siamo caduti in basso!
Dopo l'andata dei quarti di finale di Champions League, mi sono domandato in quale stato si trovi il calcio italiano. La squadra prima in campionato, dopo aver perso dieci mesi fa la finale col Real Madrid 4-1, viene battuta 3-0 allo Juventus Stadium, con la Roma sconfitta al Camp Nou 4-1 da un Barcellona non irresistibile, la Nazionale fuori dal Mondiale e il ranking che ci vede al ventesimo posto, cosa mai accaduta. Mi chiedo perché. Parto da lontano, dall'aspetto politico. Non contiamo nulla, nonostante i quattro mondiali in bacheca. Contro il Tottenham negli ottavi i bianconeri hanno avuto il tedesco Brych in casa e il polacco Marciniak a Wembley. Direzioni di gara da dimenticare. Evidentemente non se ne sono accorti se è arrivato il turco Cakir col Real, il club più potente. Per non parlare della Roma, a cui il designatore Collina ha regalato un olandese semisconosciuto: Makkelie. Meraviglia che Cesari, opinionista di Premium, ex arbitro internazionale e conoscitore delle segrete cose, non metta mai il dito nella piaga.
Seppoi vado a guardare come è stata preparata la gara da Allegri, rimango di sale. Strano, perché il tecnico di solito si fa apprezzare per leggere meglio di altri le partite. Stavolta, vista la formazione, è sembrato temere più il Milan, affrontato sabato, di Ronaldo e soci. Dal momento che la Juve non vale il Real, credevo si affrontasse con grande rispetto e umiltà per limitare il gap. Ripetere che c'è sempre la possibilità di mettere in difficoltà il più forte è pleonastico. Ma senza scomodare chi vuole che il più debole possa ovviare con lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tattica e l'organizzazione, dico più semplicemente che l'impresa può riuscire giocando 95' sopra ritmo o attuando difesa e contropiede. Se è vero che non conta vincere, ma solo vincere, non si deve trascurare alcun particolare. Guarda caso, la sera dopo, Liverpool - Manchester City è la dimostrazione. Nonostante più di uno, per la coppa dalle grandi orecchie, abbia dato i favori del pronostico all'undici di Guardiola per il vantaggio abissale con cui guida la Premier League, Klopp lo cancella dal campo, giocando per 45' a cento all'ora, segnando tre gol e difendendosi nella ripresa. Non penso abbia inventato qualcosa. Ha usato il buon senso. Non so se tre gol basteranno al ritorno. Per adesso ha detto che non ci sono imbattibili.
Se infine vado a vedere il finale di una Roma rimaneggiata al Camp Nou, noto che, dopo aver trovato con Dzeko il 3-1 che lasciava una piccola speranza al ritorno, subisce il 4-1 in contropiede. Penso a queste cose e chiedo perché il calcio, invece di essere materia di studio continuo, viva ancora di improvvisazioni.
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