Commisso, Barone e la viola

23.06.2019 10:28 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Giacomo Morini
Commisso, Barone e la viola

Ho grande considerazione dei toscani, italiani di prima fascia. Me ne sono accorto ogni volta che sono stato fuori regione. Ti guardano con sospetto e non capiscono le battute, innate nel carattere. La morte di Zeffirelli, modello di stile italiano nel mondo o, come scrive Gatta, di stile fiorentino nel senso più alto, di chi ha firmato spettacoli che hanno fatto la storia del teatro lirico, dalla Scala al Covent Garden e al Metropolitan, mi ha portato a riflettere su uno dei primi tifosi della viola. Abbiamo avuto e abbiamo tante eccellenze e una di queste dovrebbe essere la Fiorentina, squadra che rappresenta una città tra le più belle al mondo e non può non far parte dell'élite del calcio. Lo dicono il passato, la tifoseria e una serie di considerazioni che non portano all'anonimato. Se guardo alla Lazio, che posiziono al sesto posto con i viola, trovo dal 2002 ad oggi 7 trofei vinti, mentre i Della Valle, in 17 anni, non hanno regalato la gioia di un successo. Inutile ricordare che prendono la società a zero lire, vincono la C2 in modo meno facile del previsto, saltano la C1 perché Juventus e Milan non possono dire no a chi perora la causa e vengono promossi in Serie A e salvati l'anno successivo per intercessione divina.

Ma guardiamo al futuro, con l'augurio che Commisso e Barone possano riportarla al posto che le compete. Viene da suggerire quanto vorrei si facesse, anche se certo del contrario. Per prima cosa una sede degna di Firenze. Basterebbe andare in P.zza Savonarola e vedere la villa della gestione Pontello. Vorrebbe dire un cambio di mentalità, senza trascurare il settore giovanile e il calcio femminile. Se il Milan e l'Inter migliorano ancora, spostandosi da Via Turati e C.so Vittorio, se la Juventus è sempre più avanti, se l'Atalanta, il Sassuolo e altre società hanno cura dell'immagine, perché il calcio vende immagine, non vedo un solo motivo per non adeguarsi. Se non ho un centro sportivo, acquisterò quello della Settignanese, dove cercherò di curare le squadre esordienti, allievi, Berretti e Primavera con i migliori istruttori. Privilegerò la qualità in funzione della prima squadra e affiderò la quantità a club vicini. Le 4 o 5 migliori società di settore giovanile della regione saranno affiliate, perché la Toscana, terra di calcio dopo Lazio, Lombardia e Triveneto, non deve essere conquistata. Seppoi sento parlare di Batistuta, certamente grande centravanti, ma ho la fortuna di avere a Firenze Pino Vitale, il miglior venditore che ha avuto il calcio, se ha portato all'Empoli 27 miliardi da Maccarone, 30 da Marchionni e 23 da Bresciano, nato al Mercato Centrale, cresciuto nella Rondinella di Artemio Franchi e Vannacci e tifoso viola, da chi cercherò consiglio se ho da vendere 30 calciatori? Ricordo, infine, ciò che diceva San Francesco: "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi troverete a fare l'impossibile".   

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