E' uno scudetto regalato?

01.06.2018 15:08 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
E' uno scudetto regalato?

Mi hanno telefonato per chiedere che cosa è mancato al Napoli per vincere lo scudetto. Premesso che non è facile analizzare una squadra che finisce a 91 punti, arriva seconda, migliora il terzo posto e gli 86 della scorsa stagione, provo a trovare eventuali mancanze. Parto da lontano. Non ho capito perché non si sia fatto il possibile per andare avanti nelle Coppe. Si è detto che la rosa non lo permetteva, ma se, oltre agli 11 titolari, ho Chiriches, Diawara, Giaccherini, Leandrinho, Maggio, Maksimovic, Mario Rui, Ounas, Rafael, Rog, Sepe, Tonelli e Milik, c'è chi sta peggio. Questo anche dopo gli infortuni di Ghoulam e Milik. Eppoi perché quel continuo parlare di differenza di fatturati? Un non senso, quasi un mettere le mani avanti in caso di insuccesso.

Ed eccoci ai peccati di superficialità, che certamente non hanno aiutato. Sembrerà strano ma, al momento in cui il Napoli vince a Torino, perde lo scudetto. Invece di decidere immediatamente di andare in ritiro fino alla fine del campionato, si parte per Napoli, per ricevere l'abbraccio dei 20.000 tifosi che attendono all'aeroporto. L'euforia dilaga, in ogni angolo della città si respira profumo di vittoria. Non importa se la Juventus è un punto avanti. I bianconeri hanno un calendario dei più difficili, con l'Inter e la Roma in trasferta. Si va a Firenze dopo la sbornia di consensi e di applausi. La Juventus gioca a San Siro il sabato. Invece di scoprire l'albergo più nascosto per preparare un incontro non facile, si convive con i tifosi la vigilia e, anziché portare la squadra al cinema, la si lascia guardare alla tv la partita del Meazza. Immaginate che cosa succede alla fine, dopo l'errore di Orsato e l'insperata vittoria di Higuain e compagni. Altro contraccolpo psicologico, condito da un'ingiustizia che non si smaltisce in poche ore, e il 3-0 con la Fiorentina ne è la conferma. Non era opportuno stare calmi e tranquilli e accettare l'eventuale successo della Juventus senza scomporsi? La cosa importante era vincere al "Franchi" e rimanere a un punto, perché la capolista doveva affrontare a Roma l'ostacolo più alto.

Non penso di aver detto niente di nuovo. Si sa che l'euforia non aiuta, né la mancanza di esperienza, ma tutti sanno che per vincere i sacrifici non si contano. Probabilmente il Napoli non avrebbe vinto ugualmente, ma certamente non avrebbe avuto niente da rimproverarsi. Così invece... 

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