Il 2% e la dietrologia

20.04.2018 10:58 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
Il 2% e la dietrologia

Dice il Presidente dell'AIA Marcello Nicchi: "Minare l'indipendenza e la terzietà della classe arbitrale potrebbe significare l'inizio di una nuova Calciopoli, che nacque perché c'era gente che metteva bocca in cose che non gli competevano". La dichiarazione è dovuta al fatto che si vuol togliere all'AIA il 2% della rappresentanza in Consiglio Federale. Dal momento che sono da sempre un ammiratore della categoria, di gran lunga la più preparata e organizzata del calcio, rimango stupito. Per una serie di considerazioni. Prima: il silenzio è la migliore risposta a qualsiasi voce; poi, la battaglia per il 2% è un non senso, perché confermerebbe che si vuol fare politica, sbagliando; infine, non capisco il riferimento a Calciopoli, perché gli addetti ai lavori conoscono perfettamente le cause. A chi ancora avesse dubbi, consiglierei di prendere visione di Carte Federali d'antan e leggere gli articoli 4, 5 e 19 delle norme AIA. Scoprirebbe che il Presidente, il Vice e gli Organi Tecnici venivano nominati dal Presidente Federale. Se il Presidente Federale è stato eletto dai grandi club, di chi farà gli interessi? Eppoi tutti sanno che nel calcio ogni cosa deve trovare molteplici consensi prima di avvenire. Altrimenti non si verifica. Alle corte, bastava cambiare tre articoli e lasciare agli arbitri la possibilità di eleggere gli Organi Tecnici all'interno della categoria, attraverso libere elezioni, e Calciopoli non sarebbe esistita. Se infine si volesse l'indipendenza, si dovrebbe fare in modo di essere pagati da un ente terzo e non dalla FIGC attraverso la Lega.

Detto questo, non mi sembra di fare dietrologia se ricordo che il calcio è il gioco del potere, come dimostrano le resistenze che troppi hanno fatto e fanno all'ingresso del VAR. Evidentemente fa comodo lo status quo. E' possibile che in Spagna il Real Madrid, con 64 trofei nazionali e 25 internazionali, e il Barcellona, con 71 e 17, continuino a vincere indisturbati, che in Germania il Bayern Monaco lasci solo le briciole, con i record di 28 titoli e 18 Coppe, che in Italia la Juventus abbia in bacheca 30 e più scudetti, che in Olanda quando non vince l'Ajax tocchi al PSV o che in Norvegia il Rosenborg conti 25 titoli nazionali, 11 Coppe e 2 Supercoppe? Potrei continuare con i grandi club sudamericani e altri ancora, ma la domanda da porsi è una sola: li hanno sempre meritati? Permettetemi di dubitare, ma hanno vinto! Perché? Perché Boniperti, quando Trapattoni lasciò Monaco per Cagliari, gli disse: "Non hai ancora capito che se vuoi tornare in Italia devi andare alla Juventus, all'Inter o al Milan, altrimenti rimani al Bayern dove, quando ti va male, arrivi secondo". Era un giudizio tecnico o politico?

Per tutto questo e non solo mi sembra strano impuntarsi su quel 2% che lascia il tempo che trova, perché i problemi sono altri e gli arbitri sanno perfettamente che dovranno perdere ancora parte di un potere discrezionale troppo ampio, ma non la leva del cambio, perché spetta loro di diritto. Sono i migliori!  

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