Ma il regista è anche un limite?

18.10.2018 11:09 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Ma il regista è anche un limite?

Dice Leo Longanesi: "L'Italia è il Paese dove è meglio aver torto in molti che ragione in pochi". Puntuale, il rapporto tecnico della FIFA certifica che ai Mondiali in Russia ha vinto chi si è difeso meglio: pochi passaggi e precisione di tiro. Mi sono sempre divertito a leggere chi racconta che vincere senza convincere è la cosa peggiore che possa capitare. Perché ho sempre pensato che se uno vince e continua a farlo può avere fortuna una volta, due, tre, ma, alla lunga, se non gioca bene non vince. Come è scontato che determinano i calciatori e la Spagna, col suo 69% di possesso palla e 804 passaggi a partita, è tornata a casa. Stavolta non aveva Xavi e Iniesta. Anche la Germania, col 67%, e l'Argentina, col 64, non hanno fatto una bella fine, al contrario della Francia, che col 48 ha vinto.

Se la ragnatela spagnola e quella tedesca sono state inefficaci, rispetto ai 406 tocchi francesi, deve far riflettere. Vuol dire che il tiki-taka potrebbe aver fatto il suo tempo e che ogni sistema di gioco si deve adattare agli uomini a disposizione e non viceversa. Se nel 2006 Pirlo aveva guidato l'Italia alla vittoria, così come Xavi e Iniesta la Spagna nel 2010 e Schweinsteiger la Germania nel 2014, nel 2018 ha determinato Modric, con la Croazia vicecampione, a dimostrazione che la figura del regista classico va rivista, a vantaggio di un centrocampista completo, in grado di interdire, impostare, rifinire e concludere. Forse si è capito che il regista è l'allenatore in campo se si fa giocare e l'anello debole se si marca e si attacca.

Mi sembra che il calcio non abbia bisogno di troppe invenzioni, ma dimostri una logica stringente. La tattica migliore? Rimane il calcio all'italiana, che regala un'infinità di problemi a chi lo disattende. Anche Francia - Germania l'ha dimostrato martedì sera. Low veniva dal disastroso 3-0 subito con l'Olanda all'Amsterdam Arena. Cambiando buona parte dei suoi e giocando in contropiede ha messo in grande difficoltà i campioni del mondo e, senza una prodezza di Griezmann e un rigore generoso, sarebbe rientrato con un risultato positivo, al termine di un'ottima gara. Aggiungo che al Mondiale si sono segnate 62 reti su palla inattiva e 107 su azione. Superfluo ricordare l'importanza degli schemi su angoli e punizioni dirette. Il resto lasciamolo alla fantasia dei singoli.

Sembra che alla fine il calcio torni ad essere il gioco semplice che è sempre stato, non quello che vogliono i patiti dello schema. E se anche il Mondiale non ha privilegiato il regista, perché metterne due in campo? Francia e Germania, infatti, non avrebbero reso a Jorginho e Verratti la vita facile come Ucraina e Polonia.  

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