Marchionne e Ronaldo

06.07.2018 10:49 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Marchionne e Ronaldo

Come tutti sono incuriosito da quando ho letto la notizia di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Fin troppo facile pensare alla regia di Marchionne dietro un'operazione che va al di là del calcio e che potrebbe portare la società sul tetto del mondo. Parlo dell'A.D. di FCA, uomo che punta da sempre ad essere un numero uno. Cerca una joint-venture con la General Motors per costituire il primo polo automobilistico, poi diventa Presidente e A.D. della Ferrari con l'obiettivo di tornare a vincere in Formula Uno ed ora non vuole la Juventus seconda ad alcuno. Detto questo, e considerato il fatto che nel calcio corrono cifre che non hanno dell'umano, la cosa più importante è non sbagliare l'acquisto, anche in considerazione di un detto sempre attuale: chi più spende meno spende.

Ci sarà certamente chi non è d'accordo e potrebbe avere ragione per una serie di considerazioni da non trascurare. Sappiamo che l'offerta della Juventus è 100 milioni al Real Madrid e 25 d'ingaggio a Ronaldo. Non so come gli verranno dati. Probabilmente si troverà un escamotage, perché non sia la Juventus a pagare l'intera cifra. Ma i 25 milioni rimangono e in un club dove l'ingaggio più alto toccava i 7,5 di Higuain ci saranno malumori. Il calcio è un gioco di squadra. Non si vince da soli e i compagni accettano sperequazioni e comportamenti diversi solo da chi ti fa vincere le partite. Senza contare le mogli e le compagne, che quotidianamente bersaglieranno i loro uomini con le solite frasi: "Le foto e i titoli sono solo per lui. Quando vincete il merito è suo e se perdete la colpa è vostra".

Se è vero che la goccia scava la roccia, è facile immaginare quali problemi potrebbero crearsi. D'accordo, non è giusto, ma nel calcio italiano e non solo avvengono queste cose. Non siamo pronti ad accettare che i più bravi guadagnino cinque o dieci volte più degli altri, quando negli USA è la normalità. Un giorno arriveremo a capire che le differenze non hanno prezzo e che i top guadagnino l'incredibile, ma oggi è così. E se nella Juventus i nazionali non si contano e ognuno non si ritiene inferiore a chicchessia, ai primi risultati negativi il bubbone scoppierà, per quanti sforzi possa fare la società.   

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