Sarà il Milan di Leonardo?
Non ho il piacere di conoscere Leonardo, ma ho sempre pensato non fosse uno sprovveduto. Credo abbia consigliato e fatto acquistare Pato, Thiago Silva e Kakà. Ha tolto il disturbo quando Berlusconi voleva imporre certe decisioni e, quando l'ho sentito in televisione, mi è sembrato dicesse spesso cose giuste, al contrario di tanti suoi colleghi. Tornato al Milan, ha preso subito la situazione in mano e cercato di limitare i danni. Non avevo capito il benservito a Filippo Galli, responsabile di un settore giovanile dagli ottimi risultati. Si è ringraziato il nuovo arrivato Beretta e si è tornati all'antico. Non si è fatta una piega alla richiesta di Bonucci di tornare alla Juventus e si è chiesto in cambio Caldara.
Non so come finirà, ma una difesa con Donnarumma, 19 anni, Conti, 25, Caldara, 24, Romagnoli, 23, e Calabria, 22, mi intriga. So che San Siro non perdona, ma con giovani di questa qualità si deve correre il rischio. Puoi avere una difesa per non so quanti anni e costruire attorno una squadra di assoluto livello. Né dimentico i ventenni Cutrone e Locatelli, che con Calabria e Donnarumma fanno apprezzare ancor più il settore giovanile rossonero. Non credo sarebbe impossibile rivedere un grande Milan, perché Plizzari, di cui si dice un gran bene, è il portiere dell'Under 19 e qualche altro dovrebbe salire agli onori della prima squadra. Tenendo presente che al ventiduenne Kessie auguriamo di tornare quello dell'Atalanta e che Bonaventura non si discute, non sarebbe impossibile risalire la corrente. D'accordo, San Siro non dà tempo, né permette di sbagliare una seconda volta, ma non si può negare che sarebbe un lavoro affascinante.
Seppoi si costruisse anche fuori campo un team di ex, da Leonardo a Maldini, a Braida, a Baresi, a Filippo Galli, che dovrebbero avere a cuore una società nella quale hanno passato una vita e di cui conoscono ogni risvolto, si troverebbero analogie col Bayern Monaco di Uli Hoeness, Rummenigge, Beckenbauer, Muller e Breitner e con l'Ajax di Overmars, Van der Saar e Bergkamp. Anche se non sono stato mai convinto dai troppi galli nel pollaio, prendo atto di quanto fatto da Bayern e Ajax. D'accordo, si corre il rischio che qualcuno non sia in sintonia o pretenda di capire più di altri o non occupi il posto desiderato, ma se l'intelligenza non fosse un optional non sarebbe difficile rivedere quel Milan che molti ancora sognano, anche se altri pensano sia solo un ricordo.
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