Totti, il capitano

30.09.2018 11:48 di Claudio Nassi   vedi letture
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Totti, il capitano

Diceva un coach USA: "Essere uniti è un inizio, lavorare uniti un progresso, restare uniti il vero successo". Questa frase mi è tornata in mente quando ho letto l'intervista a Totti che ha seguito la presentazione al Colosseo della sua biografia, "Un Capitano". Poi mi sono divertito un mondo nel leggere: "Uno deve dire la verità, perché la gente non sa come sono andate le cose. Non voglio litigare e polemizzare con nessuno. Non ho fatto un libro per togliermi sassolini dalle scarpe". Ma come, il consulente del Presidente, Baldini, dà le dimissioni, gli insulti, le minacce e la rissa sfiorata con Spalletti infiammano le pagine del libro e questo alla vigilia di una delle partite più importanti del torneo: il derby con la Lazio. Domanda: si sentiva il bisogno di simile battage alla presenza di personaggi del calcio e della Roma bene? Non dimenticate che la squadra era andata in ritiro a Trigoria dopo la sconfitta col Bologna. D'accordo, diceva Maeterlinck: "La grancassa riesce a far tanto rumore perché è vuota", ma il momento era il meno opportuno, se anche Stanislaw Lec suggeriva di riflettere prima di pensare. Continuo a ritenere che di tante esternazioni se ne potesse fare a meno, anche se la cosa più sorprendente erano altre parole: "Mi interessa solo aiutare il club, non il mio ruolo, che vedo nell'area tecnica. Il Presidente della Roma? Chi lo sa. In futuro non si può mai sapere".

So bene che Totti, dopo Maldini e Zanetti, è il pluripresente con 786 partite, che dopo Piola è il marcatore principe del campionato, che il calciatore non si discute e che è il re di Roma, ma il salto dal campo alla scrivania non è semplice. La storia dice che un solo campione è stato un grande dirigente: Boniperti. Però l'Avvocato Agnelli l'aveva testato, mettendolo alla guida del ramo agricolo della SAI. Un'altra strada potrebbe essere quella di entrare in società in punta di piedi, farsi apprezzare, maturare esperienze, capire e scalare posizioni fino a incidere. Ma non sembra il caso. Il presidente rimane l'unica persona insostituibile del club e dovrebbe avere le qualità che occorrono per guidare una società che alcuni vedono come una tigre da uccidere, altri come una mucca da mungere, pochi com'è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.

In bocca al lupo Francesco, ma non dimenticare le parole di Papa Giovanni: "Ascoltare tutto, conoscere molto, parlare poco".  

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