Risolvere la crisi? Non è difficile

16.11.2017 11:16 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Risolvere la crisi? Non è difficile

Tanto tuonò che piovve. L'eliminazione dal Mondiale di Russia è stata fatale, ma se fino a poco tempo fa l'Italia occupava il 17esimo posto nel ranking mondiale, come mai accaduto, non c'è da meravigliarsi. Ora si parla di rivoluzione per tornare a fare calcio come si conviene. Le tesi sono le più disparate: dai troppi stranieri al campionato con le seconde squadre per dare spazio ai giovani, alla riforma dei campionati...e chi più ne ha più ne metta.

Perfino Lady Radio desidera accodarsi, ma, come detto più volte, suggerisce la solita terapia. Il primo comandamento è mettere i conti a posto, perché se sei ben amministrato significa che capisci. Diamo due anni di tempo alle società per sistemare i bilanci, poi si interverrà in modo drastico, anche con retrocessioni. Per far questo bisognerà per forza curare i vivai e farsi in casa portieri, difensori e centrocampisti. Perché ciò avvenga si dovrà tornare ad avere allevatori degni di questo nome e Coverciano dovrà essere il punto di partenza per ribaltare la situazione. I corsi per allenatori e manager dovranno essere rivisti fino a rasentare la perfezione e dare tutto quello che serve per intraprendere una professione dove il pressappochismo va bandito. Basta raccontare che i nostri allenatori sono i più bravi, che non siamo secondi a nessuno e così via, perché l'unica categoria del calcio che ha ben poco da imparare è quella arbitrale. Non a caso esprime Collina, probabilmente l'uomo più potente del calcio, e poi, grazie al fatto di continuare a seguire le orme dei dirigenti del passato, continua a lavare i panni sporchi in famiglia, a essere un gruppo unito, all'esterno sempre, a far iniziare le partite con precisione cronometrica, oltre a conoscere i regolamenti. Alle corte, sono un esempio.

Quindi smettiamo di parlarci addosso e analizziamo il calcio sul piano della concretezza. A livello pro non conta vincere, ma solo vincere, anche perché chi vince alla lunga deve giocare bene, altrimenti non vince. Poi se è vero, come è vero, che l'attacco fa vendere i biglietti e la difesa vincere i campionati, non facciamo come gli struzzi, perché è verità sacrosanta. Diceva un vecchio allenatore che una squadra che si rispetti deve avere lo 0-0 nelle gambe. Impensabile perciò non marcare a uomo quelli che determinano e che hanno il gol facile, un dono per pochi. Ricordarsi, infine, che le partite si vincono segnando, che gli schemi sono utili su palla inattiva, che il destro deve giocare a destra (di Robben, infatti, ce ne sono pochi) e il sinistro a sinistra, che nessuno è mai battuto in partenza e che privilegiare lo schema alla tattica è un non-senso. Infine, parafrasando Sun Tzu Wu e la sua Arte della guerra, non dimenticare mai che "... se conosci l'avversario e la tua squadra non sarai mai in pericolo. Quando non conosci l'avversario, ma conosci te stesso, le possibilità di vittoria e di sconfitta sono uguali. Se non conosci l'avversario né te stesso sarai in pericolo in ogni partita". Ebbene, dal momento che tutto è semplice e scontato, potete star sicuri che mai sarà preso in considerazione.   

© 2024 Stazione di sosta

Altre notizie - Archivio
La cura dei particolari22.03.2024 10:11
La cura dei particolari
Come volevasi dimostrare18.03.2024 09:00
Come volevasi dimostrare
Passa Simeone15.03.2024 10:55
Passa Simeone
Ma l'arbitro sbaglia?11.03.2024 09:00
Ma l'arbitro sbaglia?
Il mercato della Juventus08.03.2024 10:25
Il mercato della Juventus
Orsato e Giraudo06.03.2024 09:00
Orsato e Giraudo
De Laurentiis e Cardinale04.03.2024 09:00
De Laurentiis e Cardinale
Baroni e Sogliano01.03.2024 10:22
Baroni e Sogliano
Attenti alla Superlega!26.02.2024 09:00
Attenti alla Superlega!
I contratti incredibili23.02.2024 10:37
I contratti incredibili
Altre notizie