Rosetti e Andrea Agnelli

16.08.2018 11:24 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Gaetano
Rosetti e Andrea Agnelli

Una sola persona aveva contestato l'operato di Pierluigi Collina: il Presidente della Juventus Andrea Agnelli, che subito dopo l'eliminazione dalla Champions per mano del Real Madrid, bocciando l'operato dell'arbitro Oliver, disse: "Qualche riflessione sul designatore e sulla sua vanità va fatta. Si colpisce le squadre italiane per dimostrare l'imparzialità del designatore, che andrebbe cambiato ogni tre anni". Quasi quattro mesi dopo Collina lascia la carica all'UEFA. La notizia prende tutti in contropiede. Prima perché un italiano che dà le dimissioni è cosa rara, poi perché il dirigente, insediato nel 2010 da Platini, aveva ricevuto solo consensi. Buon ultimo il Presidente dell'UEFA Ceferin, corso in difesa subito dopo le parole di Agnelli.

Come sempre avviene notizie così importanti vanno interpretate e, non poche volte, suggeriscono di soffermarsi per la sottigliezza. Collina appartiene a una categoria che non ha l'eguale nel calcio. Per l'organizzazione e l'abilità con cui viene diretta. Non è facile navigare all'interno, ma guai se qualcuno prova ad attaccarla dall'esterno. Seppoi uno fa l'arbitro dal 1977 al 2005 e dalla sua ha 363 gare tra i pro e 109 presenze internazionali, con finali Champions, UEFA e Mondiale, oltre ad essere stato votato per cinque anni numero uno al mondo, ha ben poco da imparare. Infine dal 2007 è designatore della A e B e dal 2010 dell'UEFA. Quindi chapeau.

Ebbene, che cosa ci regala stavolta Pierluigi? Roberto Rosetti, uno degli allievi prediletti, è chiamato a sostituirlo. Anch'egli internazionale, con 26 anni di attività e dal 2011 al 2013 capo degli arbitri del campionato russo. Nel 2014 è designatore della Lega Pro e dal 2016 responsabile del progetto VAR. Ha detto Ceferin: "Roberto è la scelta naturale per il lavoro svolto". Al tirar delle somme il regista Collina potrebbe essersi superato, con la benedizione di Ceferin e quindi l'apprezzamento di Putin. Non solo. Dal momento che nel calcio niente viene dimenticato, avrebbe messo Andrea Agnelli con le spalle al muro. Stavolta il designatore non solo è italiano, quindi non un vantaggio per le nostre squadre, ma è torinese. Immaginate con quali occhi si guarderanno le designazioni della Juventus, che vorrebbe vincere la Champions. E, per finire, Collina lascia la poltrona di designatore dell'UEFA ma rimane il numero uno, grazie alla Presidenza della Commissione Arbitri della FIFA.  

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