Gianluca Di Marzio

19.10.2020 10:25 di Claudio Nassi   vedi letture
Gianluca Di Marzio

Gianluca Di Marzio ha 46 anni, nasce a Castellammare di Stabia ed è figlio di Gianni, un allenatore che aveva tutto per fare di più. Laureato in legge, da 16 anni lavora a Sky. E' protagonista di un programma, "Calciomercato l'Originale", con Alessandro Bonan ed è diventato famoso come esperto di trasferimenti e trattative, grazie a continui scoop. In Francia hanno girato documentari sulla sua giornata di lavoro, scritto articoli sul modo di raccontare il mercato e ESPN, canale sportivo USA, lo ha inserito tra i 50 uomini più influenti del calcio. E' presente nel mondo dei social con una community di oltre 2 milioni e mezzo di followers, occupa il primo posto nella classifica dei giornalisti più seguiti di Twitter e gestisce un sito che colleziona, ogni anno, 100 milioni di pagine visualizzate.

Tutto questo lo apprendo dopo aver letto il libro "Grand Hotel Calciomercato", uscito a settembre. Ringrazio per la dedica. Una finezza. Lo conoscevo come figlio di Gianni. Oggi le parti sono invertite. Vuol sapere cosa ne penso. Complimenti per le 283 pagine che si leggono d'un fiato, per la cura dei particolari e per essere stato capace di farsi trovare in terra, in cielo e in ogni luogo. Eppoi mi ha divertito, con fatti e personaggi del passato. Situazioni che ho vissuto da vicino al Gallia, all'Hilton, al Principe di Savoia, al Westin Palace, al Four Seasons, fino all'Hotel Roma a Piacenza, dove, il 30 giugno '82, alle 22.30, chiusi il contratto di Mancini con il Presidente del Bologna Fabretti e Mantovani all'Hotel Richmond a Ginevra. Eppoi Giovanbattista Pastorello, Roggi, Anconetani, Apollonius, Massimino, Bagnoli, Mascetti, Rozzi, Mazzone, Berlusconi, Galliani, Braida, Moggi. Mi hai ricordato la AIM, fondata nel settembre '82. Ero il primo procuratore in Europa.

E dopo tutti quei particolari, arricchiti dall'ora dell'incontro e dal tavolo dell'hotel, mi sono chiesto come avrei potuto lavorare con un segugio così alle costole. Mi sarei salvato con quello che ripetevo ai suoi colleghi: "Dite e scrivete quello che più vi piace. La società non smentirà mai. Ma non cercate di conoscere la verità". Parlare voleva dire mancare l'obiettivo. Per acquistare il top dovevi prendere gli altri in contropiede. E Gianluca accettava? Non credo. Forse avrebbe fatto come Franco Tomati quando, all'Hilton, disse che non gli avevo mai dato una notizia. Risposi: "Sai quanto ti stimo. Ti accontento: ho preso Vierchowod. Non lo sa nessuno e nessuno lo deve sapere". Mantenne la parola. Oggi prometto che, quando deciderai di scrivere "Calciomercato 2", sarò un libro aperto. Ti aspetto, ospite gradito, insieme con Gianni.  

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