Kessié e Brozovic

03.01.2022 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
Kessié e Brozovic

Il 4-2 del Milan all'Empoli è il frutto delle scelte di Pioli, che sorprende, con Franck Kessié trequartista e Brahim Diaz in panca. Mi sono domandato il perché e la conclusione è stata semplice: a forza di leggere "Stazione di Sosta", il tecnico di Parma ha deciso di attaccare il regista avversario, che, lasciato giocare, è l'allenatore in campo, marcato e attaccato diventa l'anello debole. La stampa, nell'occasione, lo giudica il migliore, mentre Ricci patisce Kessié ogni volta che avanza. Non a caso segna due gol.

Scherzi a parte, non so se Pioli o qualcuno dello staff ascoltino Lady Radio o leggano TuttomercatoWeb, ma la cosa fa piacere, perché finalmente si ridimensiona un calciatore sopravvalutato: il regista. Serve, soprattutto, agli allenatori che non sanno mettere in campo la squadra e chiedono un metronomo. Si può parlare all'infinito, ma nel ruolo, eccetto alcuni super, che riescono a non farsi marcare, sveltire la manovra, anticipare l'avversario e mettere sempre il compagno nella posizione ideale, gli altri non li valgono.

Detto questo, passo sulla sponda nerazzurra per parlare di Brozovic. E' il calciatore più importante dell'Inter, dopo Barella. Guida la squadra a meraviglia, perché l'Inter capolista è migliore, sul piano del gioco, di quella che lo scorso anno vinse lo scudetto. Ma siamo punto e a capo. Marcato e attaccato Brozovic, che squadra sarebbe? Facile rispondere senza testa e con problemi per i centrali difensivi, che vedrebbero apparire, inatteso, l'uomo deputato ad attaccare il regista. Con quali esiti? Certamente non piacevoli. Si dice che Marcelo abbia chiesto 8 milioni. La società prima ha sfiorato quota 5, poi è salita a 5,5, fino a toccare 6 più bonus. La controparte è scesa a 7. Sembra strano che il calciatore chieda la luna. Evidentemente ha grande considerazione di sé, ma, al tavolo della trattativa, le ragioni per cui la società non può salire taglierebbero la testa al toro. Si parla di uno bravo, ma il cui rendimento dipende da quanto capisce l'allenatore avversario.

Diversa la situazione del rinnovo di Perisic. Acquistata continuità, si tratta di un esterno completo: sa attaccare, difendere, segnare, arrivare sul fondo e crossare, forte di testa e sul piano fisico. Trovargli difetti non è facile.

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