La Roma di Mourinho

17.01.2022 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
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La Roma di Mourinho

Avevo dimenticato di aggiungere alle differenze tra il calcio di ieri e quello di oggi i match analyst. Ritengo siano di un'importanza folle, se gli allenatori hanno staff di 11/12 persone. Mi sono chiesto chi li paghi. Se la società, come pare, sono costi ulteriori, da aggiungere ai tanti debiti. Eppoi che cosa fanno? Forse continuano a ripetere quello che era solito il secondo di un famoso tecnico, inviato a segnalare quante volte il terzino scendeva sulla fascia. Significava contare anche quanti capelli avevano in testa gli avversari, ovvero il superfluo. Magari senza accorgersi che Brozovic gioca mille palloni a partita e guida l'Inter a piacimento. Guai marcarlo e attaccarlo come Kulusevski fino al 75' della Supercoppa e nell'1-1 di campionato. Se ne dovrebbero accorgere anche gli sprovveduti. Il croato non è quello che fa girare la squadra e i match analyst non dovrebbero segnalare pregi e difetti dell'avversario? A meno che i maghi della panchina continuino a credere che, se la squadra fa quanto provato in settimana, i pro saranno superiori ai contro. Mai limitare i punti di forza del nemico, rendere meno difficile la gara e aumentare le possibilità del risultato. Sarebbe bestemmiare.

Detto degli analisti che notano tutto, meno le cose più importanti, non si può vedere gli scout girare il mondo e portare stranieri che non hanno diritto di cittadinanza nei nostri campionati, con danni alle società di B e C. Non ci sono fenomeni da una parte e brocchi dall'altra.

Infine la Roma e Mourinho, tecnico strapagato che vive di ricordi. Se i giallorossi hanno speso un sacco di soldi senza ottenere risultati, non c'è motivo per accontentarlo ancora, se prende 6 gol in Norvegia in Coppa, con le seconde linee, e contesta il materiale a disposizione. Eppure è pagato per migliorarlo e la rosa dei 25 non è inferiore a troppi. Ma il principe dei comunicatori regala Florenzi al Milan e va a cercare Maitland-Niles, terzino di riserva all'Arsenal, per avere un'alternativa a Karsdorp. Non credo sia il massimo. Se hai Cristante, Diawara, Mkhitaryan, Pellegrini, Veretout, Villar e Zaniolo a centrocampo, con Mancini che può giocare anche in mezzo, come dimostrato, perché cedere il 23enne Villar al Getafe e sperare che anche il 24enne Diawara faccia le valigie per il prestito del 29enne Oliveira dal Porto? Vorrebbe anche Xhaka dall'Arsenal, il regista che sogna. Ma se hai la fortuna di avere centrocampisti che sanno difendere, impostare, rifinire e concludere, perché il regista? Non è una limitazione? Un catalizzatore marcato e attaccato metterebbe in crisi i compagni. Gioca come a Bergamo e dimostra che sai tirare fuori il meglio dai tuoi uomini.  

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