Montella e Ancelotti

27.12.2019 10:46 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Giacomo Morini
Montella e Ancelotti

Ho seguito preoccupato la vicenda Montella. Non mi sono stupito dell'epilogo, ma ho fatto fatica a capire lo sfogo del tecnico, racchiuso, come ho letto, in un lungo post su Instagram. E qui lascio il mister napoletano per parlare di quelli che, al momento dell'esonero, si tolgono più di un sassolino dalle scarpe, che dicono di non aver soltanto loro la colpa e non desiderano fare da parafulmine. So che nell'era della comunicazione l'imperativo categorico è parlare, ma viene da domandare se sia giusto. Spesso le regole non scritte sono più importanti di quelle scritte. E queste che cosa pretendono? Che il datore di lavoro e la società che paga siano sacri. L'allenatore sa perfettamente di svolgere un mestiere a rischio, legato com'è ai risultati, alle prestazioni di chi va in campo, agli umori del presidente o dei dirigenti in grado di condizionare. Ma è compreso nel contratto. Gli emolumenti sono tali, anche per l'ultimo tecnico di Serie A, da pretendere il silenzio. Per non parlare di chi viene sollevato dall'incarico in anticipo e per chiudere il rapporto ha diritto alla buonuscita. In ballo milioni di euro. Non credo, così facendo, si possa portare il tifoso dalla propria parte, dal momento che viene facile pensare agli emolumenti. Non importa se, spesso, il contraccolpo sul piano psicologico mette in crisi la credibilità delle proprie capacità, perché è compreso nel prezzo.

In ogni accadimento della vita esistono il pro e il contro. Nel caso di Montella, poi, non era difficile prevedere l'epilogo. Lo dicevano i numeri: 27 gare ufficiali, 24 in campionato e 3 in Coppa Italia, e 6 vittorie, 4 in campionato, con 7 pareggi e 14 sconfitte. Le contestazioni più o meno tacite sulla campagna acquisti dicono che l'allenatore non partecipava alle operazioni, come avrebbe dovuto, per consigliare, correggere e, talvolta, decidere. Eppoi, se qualcuno avesse ancora dubbi sui comportamenti, vada a lezione da Ancelotti che, esonerato dal Napoli, dove aveva un contratto da 6,5 milioni netti l'anno, con figlio, il compagno della figlia nutrizionista e la figlia al seguito, dopo pochi giorni si è trasferito all'Everton per 58 milioni, fino al 2024. E' vero, parlo di chi meriterebbe il Premio Nobel, ma non lo sentirete mai parlare di quelli che l'hanno fatto diventare Re Mida. 

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