Ancelotti unico!
Quando leggo il "Premio Bulgarelli" a Simone Inzaghi, viene da ridere. Non so se Giacomo, da uomo di calcio quale era, si sarà rigirato nella tomba. D'accordo, l'allenatore porta all'Inter la seconda stella, ma con simile organico chi non ci sarebbe riuscito? Eppoi si parla di ingaggio da sei milioni netti per la prossima stagione e si contesta il Ministro Abodi se vuol mettere ordine nei bilanci delle società. Non ho niente da dire a Barella se sarà il calciatore italiano più pagato o se Lautaro avrà un contratto da nove milioni netti, ma il tecnico non va in campo, non fa gol né serve assist. Le partite non le vince, anche se può perderle. Per questo un tetto ingaggi per chi sta in panchina sarebbe doveroso. Seppoi in finale di Champions trovo il Borussia Dortmund e non i nerazzurri, domando perché. Inzaghi non schierò una squadra con otto nuovi a Lisbona contro il Benfica e lasciò tre titolari, fra cui Lautaro, in panca per 45' contro la Real Sociedad? Da primo nel girone non avrebbe incontrato l'Atletico Madrid, ma una seconda e, probabilmente, sarebbe al posto di Hummels e soci.
Il premio l'avrebbe meritato, se non Baroni, Carlo Ancelotti. Non perché, come tutti credono, ha vinto campionati in Italia, Spagna, Germania, Inghilterra e Francia o trofei e Champions a gogò, ma per avere come secondo il figlio Davide e la figlia in società con il compagno, nutrizionista. Se penso alla carriera di Carlo, non trovo a chi paragonarlo. Dopo aver avuto sfortuna per incidenti da calciatore, a Roma e in Nazionale, vince a ripetizione col Milan. Inizia ad allenare la Reggiana e, dopo un avvio infelice, con l'esonero alle porte, va in B. Mentre sta per passare al Parma, una telefonata di Galliani lo vuole in rossonero. Col Real Madrid conquista la decima Champions contro l'Atletico, con l'olandese Kuipers che allunga il recupero al 96', quando Sergio Ramos, su corner, pareggia di testa, 1-1. Ai supplementari finisce 4-1 e dall'esonero certo alla conferma il passo è breve. Dopo l'esperienza a Napoli lo volevano bollito. Né fa meglio all'Everton. Mercoledì all'88' è fuori dalla Champions. Al Bernabeu il Bayern conduce 1-0. In 5' l'ultimo degli attaccanti, Joselu, in campo da poco, realizza una doppietta e porta il Real a Wembley, da favorito, a cercare la 15° Coppa. Ma per chi conosce il calcio e sa che i primi nemici sono all'interno del club, il fatto di avere il figlio al fianco, oltre la figlia e il compagno, supera ogni limite. Siamo di fronte a un mostro. Nessuno è riuscito a tanto e nessuno ci riuscirà!
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