Ballottaggio o commissariamento

29.01.2018 11:41 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Ballottaggio o commissariamento

L'attenzione di quasi tutti è rivolta al campionato e al mercato che sta per chiudere, ma la cosa più importante riguarda l'elezione del Presidente della FIGC. Si decide in giornata all'Hotel Hilton di Fiumicino e, come al solito, non si conosce l'esito. Dicono si lavori nell'interesse del calcio, ma pochi lo pensano. Gravina, Sibilia e Tommasi sono credibili e proprio per questo spiace non sia stata trovata la quadratura del cerchio. Gravina lo ricordo come quel presidente che compì il miracolo Castel di Sangro e lo portò dai Dilettanti alla Serie B. Vanta, inoltre, una lunga carriera da dirigente federale. Sibilia, senatore di Forza Italia, è Vicepresidente Vicario della FIGC e Presidente della LND. Dalla sua anche la Presidenza del CONI campano e, nel recente passato, la Presidenza del Comitato Regionale. Ama ripetere che è giunto a tanto solo con le proprie forze. Tommasi, ex calciatore di buon livello, sorprese quando bruciò l'allora Vicepresidente, l'avvocato Grosso, nella corsa alla guida dell'AIC.

Peccato non si trovi una convergenza per ricoprire un ruolo tanto importante e non si prenda in esame lo spauracchio del commissariamento, più volte paventato dal Presidente del CONI Malagò, sempre più interessato. Per essere eletti al primo scrutinio servirà il 75% dei voti, al secondo il 66 e al terzo il 50 + 1. Altrimenti si procederà al ballottaggio tra i due candidati che avranno ottenuto più consensi. Uno sarà Sibilia, che può contare sul 34% della LND e un massimo di 10 voti dalla Serie A. Tutti pensano che l'altro sarà Gravina, se Tommasi si ritirerà. A questo punto ci si domanda come si presenterà il nuovo Presidente in Consiglio Federale, di fronte a 20 membri così divisi: 6 LND, 4 AIC, 3 Lega A e Lega Pro, 2 AIAC, 1 B e 1 AIA. Ogni decisione sarebbe presa dopo lunghe battaglie e non sembra una soluzione auspicabile, per i troppi cani sciolti e i franchi tiratori di cui questo calcio non sente il bisogno.

A questo punto potrebbe scattare il piano B, suggerito da Malagò: con il rinvio delle elezioni di 90 giorni ci sarebbe un commissariamento ad acta, più leggero. Nel frattempo si porterebbe a soluzione lo stallo della Lega di A, mentre l'ipotesi di commissariamento della FIGC, per la mancata modifica dello statuto e l'elezione dei vertici della Lega, sarebbe certamente più lunga e dolorosa. Alla fine rimane il dubbio di non aver sentito parlare di conti a posto e di ridurre i costi, che Lady Radio mette sempre al primo posto in ogni programma. 

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