Abodi

24.10.2022 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Gaetano
Abodi

Nel '92 mi trovavo a Milano, in auto, con figlio e Cesare Lanza, allora Direttore de La Notte. La radio annunciava l'arresto di Chiesa. Scoppiava Tangentopoli. Facile domandare all'amico di Craxi, Pillitteri e Prandini: "E ora che cosa succederà?". Risposta: "Non ti preoccupare. Noi abbiamo lo stellone"! Col tempo ho capito. Cesare aveva ragione. Quando si sta per affogare ci lanciano il salvagente. Non è un caso sia arrivato Draghi in un momento critico. Ben visto e benvoluto a livello internazionale, ha dato un grosso aiuto. Ma quanto poteva durare nel Belpaese, dove tutto cambia perché niente cambi? Regolarmente si è messo da parte, forti del detto di Flaubert: "Il miglior governo è quello che agonizza, perché fa posto a un altro".

La cosa strana avviene anche all'avvento di Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio, perché allo Sport va Andrea Abodi, credo l'unico tecnico fra i tanti politici, eccellenti oratori, soliti dare in lunghezza quel che manca in profondità. Ho autentico terrore, dal momento che tutti hanno applaudito, dal Presidente del CONI Malagò a quello della FIGC Gravina, a Luca Pancalli, Vito Cozzoli, Lorenzo Casini, Aurelio De Laurentiis, fino all'ex Ministro dello Sport Spadafora. Ma se è bravo come dicono, quanto durerà? La lista degli impegni è lunga. Le priorità partono dalle società sportive del territorio, per gli spaventosi aumenti dell'energia. I club professionistici si aspettano un aiuto, almeno indiretto, con il rinvio delle scadenze fiscali. Infine tutela sul lavoro sportivo, che dovrebbe diventare operativa il primo gennaio 2023. Si plaude al fatto che il ritorno del Ministero dello Sport, come in passato, permetterà di sedere in Consiglio dei Ministri, un cambiamento che attenua i limiti della qualifica di "Ministro senza portafoglio". Né dimentico la delega per le politiche giovanili.

Inutile dire che cosa si aspetti il calcio da Abodi, sconfitto stranamente quando si presentò nel 2014 candidato alla Presidenza della FIGC. Incredibilmente all'uomo di Nizzola si preferì Tavecchio, portato da Carraro. Oggi ci si corregge in corsa. Sono state riconosciute indubbie doti, visto il buon lavoro fatto come Presidente del Credito Sportivo - Cassa Depositi e Prestiti e alla Lega di Serie B. Se anche in precedenza si era interessato di infrastrutture, si attende, oltre alla rigenerazione a Roma del Flaminio e del Palazzetto dello Sport, che si affronti il problema stadi, per ospitare nel 2032 l'Europeo di calcio, dopo essere riusciti a superare la Turchia.

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