Ancelotti? Un fenomeno!

06.05.2022 11:09 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Titone
Ancelotti? Un fenomeno!

Non so se siano esistiti allenatori come Ancelotti. Sono certo, però, che nessuno si è comportato come lui. Da quanti anni viaggia col figlio Davide in qualità di secondo? E la figlia non fa parte dello staff, come il compagno? C'è un'impresa familiare che vive al seguito di chi ha contratti da sei milioni netti d'ingaggio l'anno, escluso quello che sta per concludersi e con i bonus salirà oltre il tetto. Ma superando ogni schema e gli emolumenti ai familiari, domando come è possibile che l'allenatore abbia occhi dappertutto, anche se assente. In passato ricordo quanto fosse delicata la scelta del secondo, ritenuto un delatore e guardato con sospetto. Sbagliarla creava un problema. Si trattava di trovare uno che sapesse fare da filtro per tenere tranquillo il primo e intrattenere rapporti con lo spogliatoio. Figurarsi se all'interno del club si trovano altre due persone vicine al tecnico.

Dal momento che conosco le dinamiche dello spogliatoio e della società, affermo ancora con forza che Ancelotti è un fenomeno! A pensarle certe cose le ritenevo difficili. Metterle in pratica impossibili. Immagino la rabbia di Guardiola che al 90' si sentiva a Parigi, in finale col Liverpool, e 2' dopo si trovava ai supplementari, prima di essere battuto dal rigore di Benzema. Chissà se nel frattempo ha rivisto i 1.081 milioni spesi dall'arrivo nel 2016 senza vincere le Champions, i sei trofei consecutivi conquistati al Barcellona e i tanti successi con Messi al Bernabeu. Ma se da una parte c'era un vincente, dall'altra si trovava un "normal one", con qualità che nessuno ha. Oggi Ancelotti è l'unico ad aver vinto il titolo nei cinque campionati più importanti: Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Germania. E' l'uomo della decima Champions portata a Florentino Pérez e uno che, tra trofei vinti da calciatore e tecnico, ha pochi rivali.

Seppoi si volesse andare più a fondo e analizzare la carriera, ci si troverebbe davanti a uno baciato dalla fortuna. Ricordo Carlo agli inizi, chiamato da Dal Cin alla Reggiana. Un avvio difficile lo portò a rischiare l'esonero, ma l'intervento di Galliani lo evitò e fu Serie B. Dopo due anni a Parma, un'esperienza non esaltante alla Juventus e anni di successi al Milan, ha guidato i più importanti club stranieri. Qualche screzio al Bayern Monaco con Muller, Ribéry e Robben, prima di uscire in silenzio. Poi la decima vinta grazie al recupero dell'arbitro Kuipers, con Simeone disperato a urlare che la partita era finita. Ancora un'uscita soft dal Napoli e dall'Everton, per tornare al Real chiamato dai calciatori. Infine battuto al 90' 0-1 e risorto al 92' 2-1. Diceva Erodoto: "Non sono gli uomini a dominare la sorte, ma è la sorte a dominare gli uomini". 

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