Bruno Bolchi

03.10.2022 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico De Luca
Bruno Bolchi

Ci eravamo trovati a luglio al Nursery Campus di Vannino Vannucci, dove Michele Grilli presentava il libro: "Capitano, c'è solo un capitano". E Bruno Bolchi, presente con signora, contestava, sorridendo, per non essere stato citato, dal momento che a 21 anni lo era dell'Inter. L'autore spiegava di aver preso in esame il calcio dall''80 in poi ed era perdonato. Avevo scoperto un Bruno ironico, pur conoscendolo dai tempi del Torino e aver lavorato con lui a Pistoia e Arezzo. L'aspettavo alla festa del centenario della Larcianese, dopo la solita vacanza a Sharm el Sheik. Non venne. Ora che ci ha lasciato ho capito. Abitavamo a pochi chilometri di distanza. Ci sentivamo spesso al telefono e andavamo a cena con gli amici di sempre: Beppe Benvenuti, Chiappa e Fantozzi. Ad Orentano da "Benito" o all'ex "Playground" a Montecatini. Il tema non poteva essere che il calcio. La conversazione era guidata da Beppe, amico di tanti amici, conosciuto da tutti. Ha già telefonato per ritrovarsi. Bruno mancherai, ma, tranquillo,sarai al centro della discussione.

Ti hanno ricordato tutti i media: capitano di Herrera, mister promozioni e figurina storica. Hai inaugurato le figurine Panini, ma è un particolare. Sei ben altro. Non mi riferisco all'Inter, al Torino, alle 4 presenze in Nazionale e ai 6 campionati vinti da allenatore, 4 in B e 2 in C, ma all'uomo, alla donna che è stata al fianco per 56 anni, ad Alessandro, Andrea e alle famiglie. Non ho conosciuto molti della tua statura morale. Una cosa non ti ho perdonato, anche se scherzavo, di non aver accettato la presidenza degli allenatori, proposta da Vicini. Hai preferito fare il vicepresidente e lasciare perché non accettavi che, in Consiglio Federale, altri decidessero prima delle riunioni.

Per questo sei uno dei tre che hanno rovinato il calcio. Boniperti il primo, per aver messo incapaci ai posti di comando, pronti a inchinarsi agli ordini. Quando, a 65 anni, il Presidente lasciò la Juventus, gli dissi di guidare la FIGC per rimettere le cose a posto. Rispose: "E tu mi vorresti mandare a Roma in un covo di serpenti?". Il secondo Bolchi. Ha lasciato Coverciano in mano a chi non è all'altezza. Con la persona giusta al posto giusto avremmo avuto corsi degni di questo nome e un calcio diverso. Il terzo il Dott. Mazzini, il dirigente più preparato, a cui si deve, in buona parte, il successo del Mondiale 2006, insieme con Paolo Bergamo. Era troppo bravo e, regolarmente, fu fatto fuori.   

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