C'era una volta il calcio

26.09.2022 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
C'era una volta il calcio

A Trento si è svolto il Festival dello Sport con la presenza di grandi personaggi per affrontare i temi più importanti. Tra questi, giovedì 22, la "rosea" titolava: "Il calcio in crisi? La sfida si vince tutti insieme". Inutile dire quanto la cosa stia a cuore. Ho vissuto il calcio a 360 gradi e vederlo a questi livelli fa piangere. Ho letto con attenzione Piccioni nella speranza di trovare, finalmente, soluzione ai problemi. La presenza degli stati generali, con Cairo, Gravina, Casini, Azzi, Duilio e Sacchi, faceva pensare a nuove idee, che andassero oltre la riforma dei campionati, i centri federali e i diritti tv. "E' intorno a queste parole - scrive Piccioni - che il calcio cerca il suo filo di Arianna per uscire da una crisi trasversale che balla tra la delusione della Nazionale e l'arrancare dei club nelle gerarchie internazionali".

Il tutto nasce da un'idea del Presidente del Torino e di RCS, Cairo, per trovare soluzioni anche a breve scadenza. Puntualmente si ripetono le solite cose: nella prima giornata del campionato di Serie A, il 67% dei calciatori impiegati era straniero; la FIGC rafforzerà l'attuale rete dei 49 Centri Federali, specie al Sud; approfondirà il ruolo della B e della C, con le politiche di incentivi per l'utilizzo dei giovani, per arrivare al Report Calcio e al dato che ci ha accompagnato nell'ultimo decennio: la perdita di un milione al giorno. Si finisce ricordando, ancora una volta, che la Premier distribuisce all'ultimo club in termini di proventi, il Norwich, 32 milioni in più, 116, rispetto agli 84 della nostra capofila, l'Inter.

Detto che prima di pensare ad aumentare i ricavi bisogna tagliare i costi, ricordo, per l'ennesima volta, che è un problema di uomini. Se si fa prendere il patentino da allenatore ai laureati in scienze motorie, per incassare i soldi dell'iscrizione, potranno mai insegnare calcio agli allievi? Perciò nessuna meraviglia se lo strumento che conoscono meglio è il cronometro. Quando mai torneremo a costruire in casa portieri, difensori e centrocampisti? Solo se da Coverciano usciranno istruttori degni di questo nome, che conosceranno i fondamentali, sapranno insegnarli e correggere i difetti. La cosa è di una semplicità sconcertante. Il Presidente del Torino sa bene che la società si salvò dal fallimento della "Pianelli e Traversa" grazie al settore giovanile. Ma gli allenatori avevano nome Ussello e Vatta e i dirigenti Cozzolino ed Ellena. Ricorda Rosato, Cereser, Fossati, Agroppi, Dossena. E oggi? O piace sentire il C.T. della Nazionale dire che ha battuto 1-0 una grande Inghilterra, reduce da una sconfitta con l'Ungheria per 4-0 a Wembley?

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