Curatore fallimentare
Gianluca Di Marzio mi ha spedito l'Almanacco del Grand Hotel Calciomercato 2021/22, con una dedica quanto mai carina: "Al vero re del calciomercato, quando il calciomercato era un'arte! Con stima!". Ho ringraziato, ma non sono mai stato il re del mercato. Conoscevo chi lo era, anche se in momenti diversi: Crociani, Anconetani, Sogliano, Moggi, Govoni, Cavalleri e pochi altri. Non percorrevo la stessa strada. Avevano l'abilità di tenere i contatti con tanti presidenti durante l'anno e, in tempi di trattative, conducevano le operazioni. Se qualcuno pensasse che fosse facile, sbaglierebbe. Si trattava di personaggi con una abilità fuori dal comune. Riuscivano a "plagiare" dirigenti particolari e difficili da maneggiare. Avevo un'altra impostazione. Pensavo sempre e soltanto alla mia società.
Sono stato un buon venditore. Mai rimaneva uno destinato a cambiare casacca. Avrei creato problemi all'allenatore lasciando in rosa chi non serviva, oltre che alle casse sociali. Nello spogliatoio doveva rimanere il minor numero possibile e, se intervenivo per una sostituzione al mercato di riparazione, non dormivo la notte. Mi piaceva stare nelle società due anni, massimo tre. Il tempo di rifondare. Preferivo cambiare. Come al solito, non avevo capito. Lasciavo al momento di raccogliere. In Serie C mi sono trovato a cedere 104 calciatori in due anni, in Serie A 76 in una stagione. Ero un perfetto curatore fallimentare. Talvolta con presidenti ricchi, ma club da rifondare.
La specialità era acquistare i migliori in circolazione, quasi sempre giovani, e bruciare le big, che aspettavano notizie di interessamenti di terzi per intervenire e far pesare il potere. Dal momento che non parlavo mai e, alle volte, cominciavo una trattativa all'insaputa del presidente, era difficile il contropiede. Successe una volta, a Melegnano, in un incontro a quattro: due presidenti e due D.S.. Sapevo prima che il collega voleva cedere l'attaccante al Milan e il giorno successivo, sulla "rosea", apparve notizia dell'incontro. Finì ai rossoneri, come da copione. Chiudevo al primo incontro. Temevo i ripensamenti. Non ho mai avuto fiducia in chi doveva mantenere un segreto. Avvenne solo con Mancini che una lunga trattativa andasse in porto. Fu l'eccezione.
Per cui il vero re del mercato sei tu Gianluca, se in Francia sono stati girati documentari sulla tua giornata di lavoro e il programma, con Alessandro Bonan, "Calciomercato l'originale", e su ESPN, uno dei canali sportivi più seguiti negli USA, ti hanno inserito tra i 50 uomini più influenti del calcio, con 3 milioni di followers. Perciò continua così e ad maiora.
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