Dimarco e Lazzari

12.05.2023 10:20 di Claudio Nassi   vedi letture
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Dimarco e Lazzari

Federico Dimarco nasce nel novembre 1997 a Milano. Inizia nelle giovanili dell'Inter. A 16 anni, alto 1,74 per 76 chili, debutta in prima squadra. Poi ha inizio un lungo peregrinare che lo porta ad Ascoli, Empoli, Sion, Parma e Verona. Rientra nel 2021, dopo un secondo campionato all'Hellas, con all'attivo 35 partite e 5 gol. Mi ha sempre incuriosito per quel sinistro che rasentava la perfezione. Domandavo perché non tornava alla base. D'accordo, in fase difensiva non dava il meglio, ma si impara. La difficoltà è dalla metà campo in avanti, dove eccelleva e nell'ultima stagione, con Juric, aveva cominciato a fare gol. E' andato in crescendo, fino a diventare insostituibile nell'Inter.

Si tratta di uno dei calciatori più sottovalutati. Se crossare dalla trequarti è una delle cose vietate, perché si tratta di un passaggio ai difensori avversari, Dimarco rientra tra i pochi che possono permetterselo. I suoi cross sono di un pericoloso unico, autentici assist, che ne fanno uno degli uomini da marcare. Nella scorsa stagione sbagliava chi concedeva libertà a Brozovic, il passaggio obbligato; oggi vedo un pericolo maggiore lasciare spazio a Dimarco. Non ho capito perché Inzaghi lo sostituisca nella ripresa, con tutto il rispetto per Gosens. Dopo aver fatto gavetta e resistito cinque anni nel ruolo di riserva, con 15 partite ad Ascoli in B, 13 ad Empoli in A, poi 9 a Sion, 13 a Parma e Verona il primo anno, non posso non fare i complimenti a chi ha mostrato carattere, volontà e sicurezza nei propri mezzi. Nessuno gli ha tolto certezze, fino ad arrivare dove aveva sognato. Chapeau.

C'è un altro tra i sottovalutati del campionato: Manuel Lazzari, classe '93. Dopo quattro anni nei Dilettanti, due in Lega Pro e uno in B, si è trovato in A con la Spal, prima di passare nel 2019 alla Lazio. Si tratta di uno dei più veloci in circolazione. Non ricordo se faccia i 100 metri in 11 secondi, ma al di là di questo, non poco, è capace di arrivare sul fondo e crossare in corsa con entrambi i piedi. Continuo a ritenerlo determinante per la rapidità e la facilità con cui può servire Milinkovic e Immobile, forti come pochi di testa. So che Sarri, ancorato al 4-3-3, non stravede, come un tempo accadeva per Luis Alberto. Peccato. Sfruttando le caratteristiche del veneto, migliorerebbe il rendimento della squadra. Ho sempre pensato così, fin da quando Manuel giocava a Ferrara e faccio fatica a cambiare parere, pensando alla velocità, a quei due piedi e ai tanti cross. 

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