Frattesi e Barella
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Non abbiamo una Nazionale forte, inutile nascondersi. Né abbiamo un allenatore capace di far uscire il coniglio dal cilindro. Inoltre si illumina d'immenso davanti a un microfono, quando dovrebbe ridurre le dichiarazioni. Ma, dal momento che siamo in ballo, bisogna ballare. Come? Detto che gli allenatori non sono in grado di confezionare una squadra, perché vedono solo quelli che si adattano al loro calcio o hanno avuto in altre squadre, proviamo a proporre qualche idea.
Una vecchia pubblicità diceva: "Solo coloro che sono abbastanza folli da voler cambiare il mondo lo cambiano davvero". Aiutava San Francesco quando suggeriva di cominciare a "... fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi troverete a fare l'impossibile". Parto da un principio a me caro: il gol, unica cosa che non si può insegnare. Sono pochi quelli che sanno stare nei sedici metri dell'area di rigore. Da questi non si prescinde. Né dimentico che le partite si vincono a centrocampo. Il tutto esclude l'utilizzo di Jorginho, superato sotto ogni punto di vista. Se pretendo completezza da chi gioca in mezzo, non presento chi non sa interdire, rifinire e concludere, ma solo impostare.
Inoltre, da quando l'Inter ha acquistato Frattesi ho pensato dove poteva giocare. Lasciare in panchina uno dal gol facile, e non solo, era un peccato. Presentare Frattesi, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco sarebbe stato il massimo. Capaci di segnare, servire assist, specie Dimarco, battere punizioni dirette da destra e sinistra, idem calci d'angolo, oltre al turco rigorista infallibile. L'obiettivo sarebbe stato fare in modo che Frattesi e Barella fossero interscambiabili. Avrebbero creato problemi ai rispettivi avversari. Convincerli a giocare in modo diverso li avrebbe resi immarcabili.
Capisco che i calciatori non sono pedine, ma volere è potere. Riuscire in questo e completare i cinque con Cristante, Pellegrini e Dimarco, porterebbe gente pronta a segnare e servire assist. Con Chiesa e Scamacca a finalizzare, sarebbero stati sette ad avere confidenza col gol. Di Lorenzo, anche se in difficoltà per problemi personali, rimane difensore col gol nelle corde, Bastoni non disdegna di usare un sinistro a lunga gittata e Calafiori dimostra di non finire mai la birra. Gatti, El Shaarawy, Raspadori, Retegui e Zaccagni sanno metterla dentro e chi rimane non è male, anche se non determina. Chissà, si potrebbe anche sperare!
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