Gasperini è il top?

17.02.2023 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Gasperini è il top?

Nel 2016 Gasperini arriva all'Atalanta. Ha allenato tre anni il Crotone, con una promozione dalla C alla B, e cinque il Genoa, con una dalla B alla A. Poi ha toccato l'Inter. Doveva essere la consacrazione e invece, dopo tre giornate, viene esonerato. Ricomincia a Palermo, torna tre anni al Genoa e inizia una striscia di successi con la Dea. Riscuote consensi da ogni parte e arriva con i nerazzurri in Champions League. Per alcuni un miracolo, per altri frutto di lavoro e idee. Guardiola dice che incontrare Gasperini è come andare dal dentista. Gli elogi non si contano. Poi vedo una squadra, eccezionale quando attacca, subire troppi gol. Ricordo ancora come giocare a uomo su Salah e Mané fosse harakiri. Piacevole senza alcun dubbio, ma fermiamoci qui. Negli USA, infatti, un vecchio proverbio recita: "L'attacco fa vendere i biglietti, la difesa vincere i campionati".

Di lui sapevo molto, se non tutto. Carattere difficile, uomo di campo, ma, come la maggior parte dei tecnici, non altrettanto bravo nello scegliere i calciatori. Se arrivano buoni elementi, forti fisicamente, state certi che saranno migliorati. Non per nulla chi lo conosce bene lo giudica un disastro nella scelta dei calciatori, ma un allenatore da 10 e lode. A conferma di quello che è stato insegnato: mai soddisfare le richieste del tecnico, che, se capace, deve migliorare gli uomini a disposizione.

Ora sono a ringraziare per aver assistito a Lazio - Atalanta 0-2. Ho visto cose che non immaginavo. Quest'anno c'è stata una rivoluzione alla Dea, con l'arrivo di una maggioranza USA, il cambio del D.S., l'A.D. Luca Percassi ancor più decisivo e Gasperini si è superato. La fase difensiva rasenta la perfezione. Poi la cura della tattica, che prima sfuggiva. All'Olimpico ho ammirato un calcio da sogno. Aggressività, pressing, raddoppi, marcature feroci, ripartenze rapide. Tira 23 volte, compresi 6 tentativi respinti. "Oggi saltano all'occhio la potenza e la velocità - dice - piuttosto che la qualità. E' una squadra cambiata, che ha bisogno di essere più corale, ma, ad esempio, con una velocità che prima non aveva". La cosa che più ha colpito è stata la marcatura a pressione di Milinkovic da parte di Scalvini. Chissà che cosa ha voluto dire? A mio avviso che bisogna sempre annullare o contenere chi fa la differenza. Non si vince solo se la squadra gioca come sempre. Davanti c'è l'avversario con debolezze e certezze. Se si approfitterà delle prime e limiteranno le seconde, affrontare la Dea sarà ancor più triste che andare dal dentista.

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