Gli ultras viola

10.11.2023 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom
Gli ultras viola

Per prima cosa torno a ringraziare gli ultras della Curva Fiesole per aver dimostrato una sensibilità che non immaginavo. Hanno insegnato come ci si deve comportare. Oggi è il Club 1926 a guidare il tifo. Gli ultras nel 1973 sono stati i fondatori, dall''86 al 2008 è subentrato il Collettivo ed ecco la terza generazione: la migliore. Ho fiducia nei giovani. Spero sempre che questa Italia, dalle grandi potenzialità, faccia un salto di qualità e riesca a liberarsi dalle pastoie del "tutto cambi perché niente cambi". Domenica Firenze ha dato un segnale importante. Ma a Quarrata e zone limitrofe non sono stati da meno giovani dai 15 ai 30 anni e più, con stivali e guanti di gomma, pale e scopettoni, ad aiutare gente alla disperazione, come a Campi e altrove. Immagino quanto abbiano sofferto questi tifosi per mancare alla partita dell'anno.

Ed ora la gara, subita dalla Viola mentre credeva di condurla. Allegri è venuto a giocare un match difficile, in un ambiente ostile, nella maniera che tutti sapevano: difesa e contropiede. Niente di nuovo. Bisognava non abboccare, altrimenti sarebbe successo di battere la testa contro il muro. Eppure il pugilato insegna che, se non si può vincere per ko, l'alternativa è lavorare l'avversario ai fianchi, per vincere ai punti. Nel calcio non c'è differenza. L'imperativo categorico era arrivare sul fondo e crossare da destra e sinistra senza soluzione di continuità. Solo con Messi e Iniesta si poteva passare dal centro. Rapidità e tecnica sopraffina erano dalla loro e giostrare in un fazzoletto una prerogativa. La Fiorentina ha pensato fossero sufficienti il possesso palla e ottocento cross dalla trequarti per recuperare il gol, al solito, in contropiede che al 10' aveva segnato Miretti.

Niente di più sbagliato. Ho atteso il primo cross dal fondo per 78', arrivato per opera di Sottil. Inutile criticare Italiano, che aveva perso più volte nello stesso modo, dalla finale con il West Ham all'Empoli, perché fare l'allenatore è il mestiere più difficile e ognuno si crede più bravo, ma dopo tanti gol subiti ci si può anche correggere. Lasciare poi in panchina Milenkovic e Bonaventura per 45' è sembrato un regalo, ma a un tecnico equilibrista nel far ruotare gli uomini che cosa puoi dire? Una cosa sola in caso di conferma, che non pare certa: non chieda un aumento dell'ingaggio!   

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