Ho rivisto Monteboro
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Martedì sono stato invitato dal Presidente dell'Empoli, Fabrizio Corsi, con amici, a colazione a Monteboro. Ricordavo di aver visto il centro sportivo in fase di costruzione. Oggi, ormai ultimato, sono rimasto senza parole. Domando come sia possibile che una cittadina di 42mila abitanti abbia quello che città più importanti neppure sognano. Un'ulteriore conferma: il calcio è l'azienda più facile per fare soldi. L'importante è capire, altrimenti si affonda. Perché insisto nel dire questo? Perché, con tanti sprovveduti, è fin troppo semplice chiudere bilanci in attivo. Quanto sarà costato Monteboro? Una tombola! Ma quanto ha guadagnato negli anni Corsi? Una fortuna! Ricordo ancora cessioni record: 27 miliardi Maccarone al West Ham, 30 Marchionni e 23 Bresciano al Parma. Potrei continuare con l'euro, ma si dimentica in fretta, ricordando che Di Lorenzo poteva essere ceduto al Napoli a una cifra superiore ai 9,5 milioni. A dimostrazione che l'analisi è sempre spietata e gli errori, o presunti tali, presenti. Così si va avanti e l'Empoli oggi è una piccola-grande società.
Detto questo, mi soffermo a guardare le retrocesse e chiedo come sia possibile che la terza si chiami Benevento, dopo aver chiuso il girone d'andata a 22 punti. Immagino l'amarezza del Sindaco, Clemente Mastella, e di un altro illustre concittadino, Giancarlo Abete, e subito viene da pensare che il Presidente Vigorito, una potenza sul piano economico, non riscuota simpatie. Si può pareggiare col Crotone, già retrocesso, una partita di vitale importanza? Così come il Milan chiudere 0-0 col Cagliari a San Siro, con i sardi matematicamente salvi, dopo il risultato di poche ore prima a Benevento? Si può anche perdere la Champions e tanti soldi se la società ha un A.D. che viene dall'Arsenal e si chiama Gazidis e Paolo Maldini, D.G., grande calciatore, ma dirigente neofita? Come avrebbe corso pericoli, probabilmente, la Fiorentina, se Commisso non fosse stato a lungo presente. Non rimane il presidente l'unica persona insostituibile?
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