I giochisti: Giampaolo, Di Francesco e Andreazzoli
Di tanto in tanto si cerca di stupire. Ad esempio quando si continua a dire baggianate del tipo "bisogna vincere giocando bene". Non solo, ma agli assertori dell'assioma si dà spazio su giornali e tv. A lorsignori vorrei domandare che cosa significa, perché se uno continua a vincere non può giocare male, altrimenti non vince. La conferma, ove ce ne fosse bisogno, viene da un'altra divisione cervellotica: quella tra allenatori giochisti e risultatisti. I primi a saltare, infatti, sono Giampaolo e Di Francesco, con Andreazzoli esautorato. Se alla settima giornata due su venti sono a casa, con un terzo pronto a seguirli, non credo a un calcio che risponda al modo di interpretarlo del mister. E' il tecnico che si deve adattare alle caratteristiche dei singoli e non viceversa. Purtroppo l'abbiamo voluto stravolgere, nonostante sia semplice e abbia regalato quattro Mondiali. Eppure si continua a dissertare sul sesso degli angeli. Addirittura un genio aveva fatto costruire a Coverciano quel famoso gabbione che vide la nascita ai Bagni Fiume a Livorno, per il divertimento di un gruppo di amici. Non gli era neppure passata per la mente l'idea che un muro e le forche sarebbero stati più utili.
E il ritornello di coloro che vogliono il calcio cambiato non diverte? Non hanno mai pensato che le misure del campo sono le stesse, così quelle delle porte e il pallone è sempre rotondo? Eppure ripetono questo e pretendono di avere ragione. Oggi impera il pressing, ma nel '70 l'Ajax e l'Olanda già lo facevano e in Italia Gigi Radice col Torino. Il possesso palla pensano l'abbia inventato Guardiola; ma il gioco corto di Viciani e il calcio di Heriberto Herrera che cosa erano? Non ci si accorge che c'è poco da inventare. E' il buon senso che deve guidare e la capacità di analisi degli uomini a disposizione e dell'avversario di turno, sempre diverso.
D'accordo, so bene che gli affabulatori sono un esercito e i veri problemi neppure li sfiorano. I costi da diminuire? Puttanate! Sono i ricavi da incrementare. I bilanci? Ci penseranno i commercialisti! Non regolamentiamo l'attività dei procuratori. Non facciamo corsi per manager degni di questo nome. Idem per allenatori, senza parlare degli istruttori, di cui si è perso traccia. Ma non è uno scandalo dare 37 milioni netti per tre anni a Conte, che urla per 90' da bordo campo? Chi lo ascolta, oltre ai due che corrono sulla fascia? Non dice Hansi Muller: "Se hai un allenatore che urla e gesticola continuamente, i calciatori si rompono le scatole"? Se il nostro continua ci sarà una ragione. Non lo farà per i tifosi e la stampa, che pare apprezzino, se lo ritengono un grande motivatore?
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