Il numero uno!

07.11.2022 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Titone
Il numero uno!

Ho letto mirabilie sul fatto che cinque allenatori italiani siano agli ottavi di Champions League. A mio avviso pannicelli caldi, perché i fatti dicono che dal 2010 non si vince una coppa seria e, cosa più grave, non partecipiamo per la seconda volta al Mondiale. Continuo a pensare che il calcio italiano non dovrebbe essere secondo a nessuno, tornare ad occupare, nel ranking mondiale, posizioni del passato e incutere massimo rispetto agli avversari. Ripeto quanto detto ad agosto da Passarella. Che poi i media enfatizzino le imprese di Ancelotti, Conte, Inzaghi, Pioli e Spalletti fa parte del gioco.

Fra questi piace sottolineare il cammino di Ancelotti, che può non aver avuto successo alla Juventus, Napoli e Everton, ma rimane il numero uno del passato, presente e futuro. Perché nessuno, in un ambiente difficile come il calcio, si è permesso di avere al seguito figlio, figlia e genero. Meriterebbe il Nobel. Ritengo sia unico, non tanto per i record del campionato vinto in cinque nazioni o le Champions a ripetizione, ma per la personalità, l'intelligenza, la furbizia, la leadership, il savoir faire e chi più ne ha più ne metta, che permettono di riscuotere consensi da presidenti, stampa, tifosi e calciatori. Giusto guadagni tanto, familiari compresi. E' l'eccezione!

Per gli altri rimango dello stesso avviso, sono strapagati. In Spagna, negli anni '50, prima dell'arrivo di Helenio Herrera, i tecnici erano considerati maleteros, portabagagli. Poi, una volta diventati personaggi, mister serviti, riveriti e celebrati. Questo non cambia la valutazione. D'accordo che sia il mestiere più difficile del mondo, ma quanti sanno leggere le designazioni per prendere le contromisure, date le caratteristiche del direttore di gara? Come diceva un grande brasiliano: "La partita si gioca con la squadra, il pubblico amico, l'arbitro, gli assistenti, contro l'avversario e l'altrui tifoseria".

Se dal piano politico passo a quello tecnico e guardo le sostituzioni, viene da mettersi le mani nei capelli. A 10' dalla fine il Napoli pareggia 0-0 ad Anfield, contro il Liverpool. Un risultato di prestigio. Perché togliere il migliore, Lobotka, e il più pericoloso, Kvaratskhelia? Non è un segnale negativo? Non si considera la partita finita? Due minuti dopo Salah dice 1-0. E parlo di Spalletti, da tutti osannato. Se si guardassero tanti particolari, uomo sul palo nei corner, palle inattive, marcamento a zona, ecc. ecc., viene da pensare che, oltre ai calciatori, sarebbero più attenti anche gli allenatori. Vedo in panca per 45', contro lo Spezia, Giroud e Tonali. Non viene da credere che sia Pioli a vincere le partite? Eppure in campo scendono altri!     

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