Il premio

20.05.2022 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di www.imagephotoagency.it
Il premio

L'amico Angelo Giorgetti, in un articolo in punta di penna, martedì, assegna un premio a chi spiega il flop della Viola a Genova con la Samp. Peccato sia "... per il primo in società che sappia giustificare un inciampo di queste proporzioni. Perché perdere si può, ma almeno bisogna scendere in campo". E mentre sul web la maggior parte dei tifosi sembra aver trovato la spiegazione: "Questi non vogliono andare in Europa", credo, invece, sia facile. Se Boskov diceva: "Testa di calciatore buona per portare cappello", esisteva un motivo. L'esperienza di grande centrocampista prima e allenatore poi porta a non dubitare. La Fiorentina giocava a Marassi una partita per il sesto posto, a un punto dalla Lazio, a quota 62. L'avversario aveva raggiunto la matematica salvezza, alla fine di un torneo sofferto. Non so quali stimoli avesse, se non di chiudere con una prestazione dignitosa, di fronte a tifosi delusi. Era la gara più importante della stagione. In settimana non si doveva sbagliare nulla. L'imperativo doveva essere: concentrazione massima e a tavoletta. L'allenatore e la società potevano, in sintonia con la squadra, andare anche in ritiro, per evitare distrazioni di qualsiasi tipo e capire l'importanza di un incontro da vincere.

Invece si è creduto bastasse occupare la parte sinistra della classifica per superare chi, fino a poco prima, stava per retrocedere. Normale quindi godere dei piaceri della tavola, lasciarsi andare allo stravizio in più e non prepararsi mentalmente all'impegno, che non si poteva correggere in campo. Il pericolo era solo quello di affrontare la spensieratezza della Sampdoria a salvezza raggiunta, che consentiva di giocare in scioltezza e correre senza zavorre sulle spalle.

Non credo di essere andato lontano dal vero. Il calcio non ammette scuciture. Se sbagli paghi. Chi doveva provvedere? La società, che, sollecitando allenatore e staff, non ammetteva errori. E' ancora una dimostrazione di quanto incida il tecnico. In campo vanno i calciatori e se pensano di sapere tutto, ma non la professionalità, il compito diventa difficile. A conferma, la Fiorentina affronta la Juventus nell'ultima di campionato, ancora in tempo per andare in Europa. Stavolta non c'è bisogno di fare nulla. L'allenatore potrebbe dire alla squadra di andare in vacanza e presentarsi allo stadio due ore prima della gara. Tutti sanno che significa per Firenze la Juventus. La preparazione e la prestazione saranno ottimali. Così è se vi pare. Perché questo è il calcio!    

© 2025 Stazione di sosta

Altre notizie - Archivio
Guttmann e Ferguson11.04.2025 09:39
Guttmann e Ferguson
La rivoluzione07.04.2025 09:53
La rivoluzione
I miei undici affari04.04.2025 10:26
I miei undici affari
Aspettando John Elkann31.03.2025 09:00
Aspettando John Elkann
Si gioca col cervello28.03.2025 09:00
Si gioca col cervello
Picerno e Gravina24.03.2025 09:00
Picerno e Gravina
Juve, Zidane, Sartori21.03.2025 10:08
Juve, Zidane, Sartori
Sacchi non vuol capire17.03.2025 00:57
Sacchi non vuol capire
Gli errori della Juve14.03.2025 08:47
Gli errori della Juve
Marchini e Lambrechts10.03.2025 10:10
Marchini e Lambrechts
Altre notizie