Il problema del Mondiale

04.07.2022 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Bottazzo
Il problema del Mondiale

E ora? Come si farà con 4 giornate di campionato ad agosto, 15 in 90 giorni fino a novembre, più 6 partite di Coppa e 2 di Nations? Poi 52 giorni di pausa per il Mondiale prima di disputare le ultime 23 di Serie A? Giampiero Ventrone, che lavora al fianco di Conte al Tottenham, dice: "Sarà stimolante da un punto di vista scientifico" e pensa a un inizio più intenso. Valter Di Salvo, responsabile della Nazionale, replica: "Ci si ferma nel periodo in cui si verificano più lesioni a causa del freddo e dei terreni pesanti". Il Prof. Ferretti, docente a Coverciano, non vede cambiamenti nella fase preparatoria. "Poi bisogna sfatare la preparazione leggera. O ti alleni o non ti alleni. Né il caldo è un fattore, perché il calciatore deve essere allenato. Fa caldo, si fa più fatica, ma si deve fare". L'allenatore Semplici, intervistato per questa pausa di 2 mesi, è indeciso se impostare una preparazione ex novo o dare continuità con qualche richiamo.

E' chiaro che siamo davanti a un evento senza precedenti e si fanno domande che al momento potrebbero non avere risposta. Ci sono anche quelli che non hanno altrettanta preparazione specifica, ma sposano l'assioma di Ercole Rabitti: "Non rendere il facile difficile attraverso l'inutile". Se le partite non durano 60' effettivi, con 100 interruzioni, come da statistica di Casarin, e 15' di riposo tra primo e secondo tempo, chiedo perché un calciatore non possa disputare 3 gare in 7 giorni. Un problema se non si hanno dei professionisti, ma se si allenano come si deve, curano l'alimentazione e la vita privata, non vedo un motivo per non essere pronti. Domando ancora come sia possibile per un giocatore dell'NBA disputare 82 partite di regular season più i play-off, giocare più volte 2 giorni di seguito, se non 3, e cambiare ripetutamente fuso orario, se non si comportasse da professionista. Le società lasciano agli atleti libertà assoluta, ma non permettono errori. Chi sbaglia paga e questo, visti i contratti in essere, è il più grande deterrente.

Non vedo, quindi, problemi per i 52 giorni del Mondiale. O meglio, non sul piano fisico-atletico, ma non sottovaluto il dispendio di energie psichiche. Soprattutto per chi supererà i turni eliminatori. In tal caso ci sarà maggiore attenzione per un pronto recupero. Poi un ultimo dilemma: o avesse ragione Boskov che "... testa di calciatore buona per portare cappello"?  

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