Inzaghino
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Ricordo Simone Inzaghi allenatore della Lazio. Ogni volta che la squadra giocava in trasferta nelle coppe europee assistevo al solito turnover. Rimanevo stupito a leggere le formazioni, ma, incredibile a dirsi, andava bene così. Non importa se non si dovrebbe snobbare mai un impegno internazionale. Servirebbe a crescere. Passato all'Inter, ha vinto Coppa Italia e Supercoppe e perso lo scudetto del Milan '21/'22, ferita non ancora rimarginata.
Dopo la finale Champions col Manchester City, la squadra acquista maggiore consapevolezza e autorità, tanto da essere pronta a competere per scudetto e coppa. Poi ecco una retromarcia, quando a Lisbona presenta otto calciatori nuovi contro il Benfica. Non si possono fare tanti cambi senza subire contraccolpi. Si salva rimontando tre gol nella ripresa e subito ricade nell'errore contro la Real Sociedad, partita che decide il primato del girone. Vincere significava evitare City, Bayern, Real, Barcellona, Arsenal, Atletico e Borussia. Non cosa da poco.
Quando leggo le dichiarazioni postpartita di Inzaghi, rimango stupito: "Non voglio musi lunghi, ma sorrisi. Barella e Lautaro dovevano riposare. Ci hanno aiutato negli ultimi 35'. Dobbiamo arrivare a giugno". Eppoi: "Passiamo il girone di Champions per il terzo anno di fila, dobbiamo essere soddisfatti". Aspettavo la formazione migliore, magari con Frattesi esterno alto, a destra, per interscambiarsi con Barella e creare altri problemi ai baschi. Ma non Sanchez per Lautaro, prima di correggersi al 65', oltre a togliere, sempre al 65', Thuram per Arnautovic. Alle corte, guai giocare con la ThuLa, che aveva fatto sfracelli in zona gol. Infine al 77' fa uscire Dimarco per Bastoni e toglie uno dei calciatori più sottovalutati, ma in grado di servire assist, grazie a un sinistro che non ha eguali.
E' evidente che sbaglio, se Guardiola, Inzaghi e Spalletti sono in lizza per il "FIFA The Best 2023", il premio per il miglior allenatore dell'anno. Ricordo, però, che anche Sacchi era stato premiato come il migliore da sempre dell'UEFA. Per cui certe premiazioni vanno prese con beneficio d'inventario. Anche perché rimango dell'avviso, come i vecchi saggi, che l'allenatore migliore è quello che non fa danni e in campo vanno i calciatori. Il tetto dei loro emolumenti non dovrebbe superare il milione netto, cifra tutt'altro che disprezzabile, mentre alcuni guadagnano l'incredibile. Immeritatamente!
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