L'"affaire" Juventus

23.01.2023 10:32 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
L'"affaire" Juventus

Quando si parla di Calciopoli si mette in campo una delle pagine più brutte del calcio. Semplice evitare. Si dovevano cambiare due articoli delle Carte Federali, dove si diceva che il Presidente dell'AIA e i designatori venivano scelti dal Presidente della FIGC. Se era stato eletto dai grandi club, di chi avrebbe curato gli interessi? Bastava che gli arbitri eleggessero i vertici attraverso libere elezioni e Calciopoli non sarebbe esistita. Insomma, fin troppo facile chiudere.

Oggi dicono che, con i fatti che riguardano la Juventus, si ripete il copione, con la giustizia sportiva al passo di quella ordinaria. La Procura di Torino ha iniziato un'indagine di grande risalto e non può permettersi di essere smentita. Eppure anche stavolta sarebbe semplice andare alla radice del problema, dal momento che esiste la culpa in vigilando. Che cosa facevano Covisoc e Consob, se la Juventus è anche società quotata in borsa? Era compito loro controllare. Se la Covisoc, non appena si cominciava a parlare di plusvalenze, fosse intervenuta e avesse prospettato alle società, a Coverciano, in seduta plenaria, i pericoli di trattative che non avevano senso, se non quello di ripianare, con escamotage, un deficit, non avremmo evitato il pericolo? Tutti, invece, facevano quello che volevano, Covisoc consenziente.

Viene da fare un passo indietro e tornare alla "Legge Bosman". L'avvocato Dupont, davanti alla Corte Europea, fece accettare che, alla scadenza del contratto, un calciatore fosse libero di scegliere il futuro. Dissero che era la rovina del calcio, quando si trattava di un passo avanti. Bastava capire. Se non rinnovo un contratto significa che il calciatore non interessa. Allo stesso tempo acquisterò, a costo zero, chi interessa. Alle corte, perdo cinque e prendo venti. Ma doveva essere spiegato alle società, in seduta plenaria, a Coverciano. Perché, se non si fa attenzione, il danno è dietro l'angolo. Faccio l'esempio di Ramsey, acquistato a costo zero dalla Juventus. Con un contratto, si dice, di 5 anni a 8 milioni netti l'anno, che per le casse sociali diventano 80. Un carico di legna verde, se, come avvenuto, sbaglio il calciatore. Non solo ho un danno economico dato dall'acquisto, ma, con quanto guadagna, dovrò contribuire al nuovo ingaggio, altrimenti non andrà via. Quindi occorre guidare i club e insegnare loro a difendersi, per non appesantire i bilanci. Con la Covisoc sempre a Coverciano, davanti alle società in seduta plenaria. 

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