L'affaire Vlahovic
Venerdì mi trovavo a colazione con amici al "Tramvai", caratteristica trattoria di Sant'Angelo a Lecore, che nobilita la cucina toscana. Superfluo aggiungere che c'erano anche tre colleghi e il tema Fiorentina era all'ordine del giorno. Come al solito Mario Tenerani mi convocava per le 19.00 nel suo programma tv e non poteva esimersi dal chiedere un'opinione sull'affaire Commisso-Vlahovic. La mattina del sabato un ex dirigente telefonava per dire che aveva visto e non capiva come non si trovasse soluzione. D'accordo, non è semplice, ma non impossibile, dal momento che si parla di soldi e Commisso è uno dei pochi a non avere problemi. La "rosea", a firma Luca Calamai, rincarava la dose, se titolava: "Commisso furioso. La Fiorentina rischia di perderlo a zero euro. Vlahovic in fuga".
Evidentemente non è vero che l'attuale dirigenza, come dicono, controlla tutto quanto viene scritto e detto. Lady Radio, infatti, ha cercato di spiegare come si poteva risolvere la questione, se anche un esempio aiutava a capire. Ho ripetuto, non so quante volte, che il G.M. dei Chicago Bulls di Michael Jordan aveva un giocatore importante, Scottie Pippen, in scadenza di contratto e i media lo davano già ai Phoenix Suns. Jerry Krause convocò in sede Pippen e l'agente. Chiese che cosa volevano per allungare il contratto e far trattare la cessione alla società. L'avrebbe ceduto dove desiderava. Trovato l'accordo, Pippen ricevette una buonuscita e passò a Phoenix, l'agente una lauta percentuale, Krause non fu scavalcato e la società trattò direttamente. E' così difficile? Non credo. Se la cosa è diversa, perché l'ostacolo dell'agente è insormontabile, si fa in modo che il calciatore rompa il contratto. Come? Esiste sempre la possibilità. Lo ripeto per l'ennesima volta, è una questione di soldi e, come abbiamo visto, li ha Commisso.
Se mi permetto di insistere, lo faccio per una serie di motivi. Conosco il mestiere, se sono stato il primo a farlo in Europa nel settembre '82; so come ragiona l'agente, il suo fine e i comportamenti; non sopporto esca sconfitto il presidente, dal momento che è il più forte; non capisco come non si renda conto che non deve correre il rischio di perderlo a zero, ma, al contrario, essere colui che dovrà cederlo, se lo riterrà opportuno. Se esiste il timore che abbia firmato con altra società, si potrà risolvere anche questo. L'importante è che a vincere sia Commisso e la Fiorentina non regali soldi. Il resto è aria fritta.
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