L'ignoranza nel calcio
Anche per uno nato e vissuto nel calcio, ci sono cose che rimangono senza risposta. Devo dire grazie a Lady Radio per averle sottolineate, anche se rimangono parole al vento. E' chiaro che non sono d'accordo con un caro amico quando ripete di non parlarne, altrimenti imparano. Non credo agli italiani primi della classe, ma non siamo gli ultimi, come quando sento parlare della Premier League, un campionato senza eguali. Gli inglesi rimangono i salvatori di tante società d'Europa, per aver pagato l'incredibile calciatori non eccezionali. Poi sarei cauto nei giudizi, perché la Liga non è inferiore sul piano tecnico, né l'Italia su quello tattico. Ce la giochiamo con tutti da primi inter pares.
Potremmo e dovremmo migliorare se si finisse di parlare della Scuola di Coverciano come della migliore al mondo. Credo di dirlo con cognizione di causa, per considerazioni che determinano. Inutile ripetere la cura sulle palle inattive, a favore e contro, o marcare a uomo quelli che hanno il gol nelle corde. Se si esclude il "coccodrillo", non si vedono novità. Non tutti hanno capito come disporsi sugli angoli e nessuno va ad occupare la visione periferica di chi calcia punizioni a sfavore. Come è inutile ripetere che il regista è il passaggio obbligato. Se si lascia giocare l'allenatore in campo, marcato e attaccato diventa l'anello debole. Ho l'impressione che gli allenatori lo schierino se non sanno disporre i loro uomini. Perciò, dubbi anche su chi ha condotto la campagna acquisti. Offrirà vantaggi all'avversario. A centrocampo si dovrebbero schierare calciatori completi, in grado di interdire, impostare, rifinire e concludere.
Quando leggo, come venerdì, le pagelle di Archetti su Xhaka, in Roma - Bayer, domando come sia possibile che, oltre ad aver aperto sul 2-0, giochi 57 palloni con 3 errori. Si sapeva prima e, tagliata la testa, sarebbe stata un'altra gara. Immaginate il Genoa senza Badelj, avrebbe gli stessi punti o lotterebbe per salvarsi? Altrettanto importante sarebbe chiudere gli interditori più abili, che, oltre a recuperare palloni, iniziano l'azione con percentuali di errore risibili. Non ho dimenticato quando, in Chelsea - Liverpool, Benitez fece marcare e attaccare Makélélé da Gerrard, il suo uomo migliore. Lo capii in seguito. C'era un motivo!
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