L'indicatore di liquidità

17.09.2021 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
L'indicatore di liquidità

Chi non conosce l'indicatore di liquidità? Noto a tutti coloro che operano nel calcio, è il rapporto tra attività correnti e passività correnti, in pratica un coefficiente che valuta la capacità finanziaria di pagare i debiti ai creditori. Alle corte, le attività correnti sono la liquidità di cassa e i crediti esigibili entro 12 mesi, mentre le passività correnti comprendono i debiti che scadono entro 12 mesi. E' dal 2015 che la FIGC ha portato l'indicatore di liquidità nel calcio per controllare, ove non bastasse la Covisoc, lo stato economico-finanziario dei club. Ogni anno il Consiglio Federale stabilisce il limite minimo. In questa stagione, al 31 marzo 2021, era stato fissato a 0,8, poi, considerata la pandemia, è stato portato a 0,6. Dicono solo per questo mercato. Abbiamo visto, infatti, che alcune società non hanno potuto acquistare senza prima vendere o portare liquidità in cassa. Ma l'ingegno italico non ha limiti e l'interesse dei media si è spostato sugli allenatori, per tornare ad essere la nazione col campionato più difficile al mondo, grazie a tecnici maestri di tattica, oltre a Mourinho, comunicatore senza uguali e personaggio da favola. Che cosa volete di più? Il calcio non morirà mai, è l'oppio del popolo e serve alla politica. Per non parlare di altre qualità, anche se non principali. Al resto provvederà, come dice Sua Eccellenza Carlo Mazza, lo Spirito Santo.

Nel frattempo spostiamo l'attenzione sull'ordinaria amministrazione, ovvero il campionato, e troviamo un risultato che desta stupore: la vittoria del Venezia per 2-1 a Empoli, reduce dal successo sulla Juventus a Torino. Come è possibile che gli arancioneroverdi di Zanetti, sconfitti 3-0 dall'Udinese, facciano 3 punti al Castellani? Eppure il calcio insegnava che per gli azzurri di Andreazzoli sarebbe stata la partita più difficile dell'anno. Andava preparata non trascurando particolare alcuno. Si sapeva che dopo simile exploit ci sarebbe stato un rilassamento, anche inconscio, in una squadra elogiata e appagata. Al contrario degli ospiti, che dovevano riscattare le sconfitte di Napoli e Udine e i 5 gol subiti. Ma il calcio non permette di staccare la spina. Non potendo entrare nella testa di tutti, già il pari sarebbe stato un successo, solo se Fabrizio Corsi avesse instaurato la settimana del terrore. Peccato che il Presidente non l'abbia fatto.  

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