La Cieca di Sorrento

14.04.2024 11:30 di  Claudio Nassi   vedi letture
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La Cieca di Sorrento

Calcio d'angolo, batte Dybala, testa di Mancini, gol: Roma - Lazio 1-0. Ancora Dybala dalla bandierina e Mancini segna: Milan - Roma 0-1. Domanda: fosse stato messo uno a saltare ai canonici 9 metri e 15, che diventano 7,50, Dybala avrebbe calciato con precisione? Dubito. Sono le cose che mandano in bestia, perché semplici, a dimostrazione, ove ce ne fosse bisogno, che sono i particolari a decidere, anche se è riduttivo definire particolari fatti determinanti, se, andando a spanne, il 40% dei gol nasce da palla inattiva. Vorrei sapere perché tecnici superpagati non riescano a capire. Nemmeno quando Lazio e Milan perdono e la Roma fa il pieno. Non dovrebbe essere scontata la cura maniacale su angoli, punizioni dirette e rigori?

Peccato non si insegni a Coverciano, dove il C.T. Spalletti, premiato per la seconda volta con la Panchina d'Oro, tiene una lectio magistralis sul calcio posizionale e relazionale. Nel pomeriggio, infatti, illustra la Finale Intercontinentale tra Manchester City e Fluminense, per mettere a confronto il calcio posizionale di Guardiola, che sta cercando di applicare in Nazionale, con quello relazionale dei brasiliani. "Perché nel calcio posizionale - spiega - è il sistema a cercare le connessioni tra i calciatori, mentre in quello relazionale sono le connessioni a elaborare il sistema". Ancora una volta debbo ricredermi. Il calcio, come vogliono non pochi, è cambiato. Pensate a Béla Guttmann e agli anni '60, quando il maestro ungherese insegnava: "Se sei in possesso della palla, smarcati; se l'hanno i nemici, marca. Il calcio è tutto qui".

Chiudo con gli scout, ormai un esercito, anche se le cose da prendere in esame sono le stesse. Poche, raccomando, per non confondere le idee a chi va in campo: chi fa gol, chi serve assist, se c'è il regista, quindi il passaggio obbligato, oltre a limitare chi recupera più palloni per senso tattico e tempismo e fa ripartire l'azione con percentuale d'errore risibile e osservare, con la massima cura, le palle inattive. Chissà se lo prevede un calcio posizionale, dal momento che non ci pensa neppure quello relazionale. Poi arriva Gasperini col 3-0 al Liverpool ad Anfield e dimostra che non è la Premier il miglior campionato. Allora non sarebbe stato più facile andare a Zingonia e farsi spiegare come giocare 95' sopra ritmo e scoprire uno dei modi che esistono per battere i più forti? 

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