La piramide del successo
Il più grande coach dell'NCAA, John Wooden, veniva in aiuto a Conte quando diceva: "Nessuno vince senza materiale, ma non tutti riescono a vincere col materiale". Infatti l'allenatore dell'Inter si trova vicino a vincere col terzo club, dopo i tre scudetti con la Juventus, una Premier League e la F.A. Cup col Chelsea. A undici giornate dalla fine, il campionato si vuole deciso. Possono solo perderlo Handanovic e soci, visto che dopo un anno e mezzo il tecnico ha trovato la formazione base: il solito 3-5-2, ma con Eriksen e Perisic sulla sinistra del centrocampo. Ha migliorato il tasso tecnico e creato quei pericoli che mancavano dalla parte del croato. Viene da domandarsi perché la mezzala del Tottenham, che tutti volevano, e l'ala mancina della Croazia, vicecampione del mondo, non riuscissero a esprimersi. Il caso ha voluto che Vidal non offrisse il rendimento sperato e Young non determinasse, per trovare la quadratura del cerchio. Oggi, finalmente, l'Inter è in grado di esprimere il suo potenziale ed essere una delle squadre più forti in circolazione. Lo era anche all'inizio del torneo, come da pronostici, ma Conte aveva dubbi da dissipare.
So che parlare e scrivere è ben diverso da vivere i problemi che ogni giorno si trovano a risolvere gli addetti ai lavori, se anche nei momenti migliori dicono si potesse far meglio. Una volta domandarono come avrei voluto fosse la squadra ideale. L'avevo pensata. Non fu difficile rispondere: "Orgogliosa, equilibrata, concentrata, unita, opportunista, vitale, esperta, astuta, determinata, stoica, imbattibile in casa e imbattibile per le squadre più deboli". Probabilmente una volta avrei potuto completarla. Comunque non ho confezionato con una dozzina di aggettivi la squadra perfetta. Né ho la presunzione di aver avvicinato la "piramide del successo" di John Wooden, il santone di UCLA, che vinse 11 titoli NCAA. Diceva: "Impegno, amicizia, lealtà, cooperazione, entusiasmo, autocontrollo, attenzione, iniziativa, determinazione nel raggiungere uno scopo, condizione fisica, tecnica, spirito di squadra, calma, fiducia, competitività. Si tratta di una piramide formata da 15 blocchi che portano al successo, inteso non come vittoria, ma come essere in pace con se stessi, diretta conseguenza della consapevolezza di aver fatto tutto per diventare il miglior atleta e il miglior uomo possibile". Per parte mia, ho solo espresso un pensiero, che potrebbe far discutere.
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