La rivoluzione?
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Non poteva Lady Radio esimersi dal parlare dell'articolo di Franco Ordine su Il Giornale riguardo alla situazione economica del calcio, ai cambiamenti suggeriti e agli aiuti chiesti al Governo. Si parte dal presupposto che chi propone, cioè il Presidente Federale, conosca la materia, anche se i 5 miliardi di debiti lasciano dubbi al proposito. Detto che, per prima cosa, non bisogna preoccuparsi di aumentare i ricavi ma diminuire i costi, ricordo le parole del Cancelliere tedesco Schroeder nel 2002: "Non interessa che i migliori calciatori vadano in Inghilterra, Italia e Spagna, a me interessa che le società abbiano i bilanci a posto". E il calcio tedesco tornò all'avanguardia. Era senza dubbio la cosa più importante.
Il discorso si potrebbe chiudere qui, perché la soluzione è questa. Seppoi si deve approfondire il tema, è facile assegnare le colpe a chi non ha vigilato: la Covisoc. Ma se i controllori sono a loro volta controllati, il problema non si potrà risolvere. Detto che la proposta di portare a 18 squadre la Serie A sembrava discriminare le piccole, da sempre non amate, ricordo che il format dei campionati dovrebbe essere rivisto, tornando ad accorpare la A e la B, con la C semiprofessionistica come in passato, quando avevamo ai vertici dirigenti che guidavano il calcio mondiale. Ripeto dal 2000 che la rivoluzione dovrebbe partire da Coverciano, con corsi per manager, allenatori e istruttori degni di questo nome. Il resto di conseguenza: Coppa Italia dalla A alla D sul modello inglese; defiscalizzazione per i contratti dei calciatori del settore giovanile; abolizione del divieto di pubblicità delle agenzie di scommesse; percentuali degli agenti limitate al 5%, a carico del calciatore, oltre a non far pagare i genitori che portano al calcio i figli. Una vergogna!
Rivedere infine la suddivisione dei voti che ingessano il calcio, dal momento che la Serie A è la locomotiva. Ad esempio A e B 30%, C 13%, Dilettanti 30%, arbitri 2%, allenatori 5% e calciatori 20%. Né dimentico una giustizia da rivisitare e l'autonomia degli arbitri, per limitare il potere del presidente federale e recuperare credibilità. Peccato non abbia provveduto il Ministro dello Sport. Una delusione! A questo punto si potrà anche richiedere l'intervento del Governo per la costruzione di nuovi stadi.
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