La volontarietà

17.07.2020 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
La volontarietà

Vengono fuori statistiche in cui i rigori fischiati in Serie A sono il doppio di quelli della Premier e della Bundesliga. Regolarmente sulle tv si sprecano i dibattiti. Gli sforzi fatti per spiegare i regolamenti sono autentiche imprese. Eppure dovrebbe essere chiaro che, quasi sempre, decide il direttore di gara. D'accordo, può essere chiamato a vedere il VAR, ma la decisione finale è sua. Dal '90 ho predicato, nel deserto, perché l'uso della tecnologia contribuisse a limitare il potere discrezionale dell'arbitro. Poi, in parte, mi sono ricreduto, perché bisognava rivedere il regolamento che riguarda l'assegnazione del calcio di rigore e lasciare all'arbitro il potere di decidere, come un tempo, sulla volontarietà. Il ritorno al principio sarebbe il male minore. Se fare bene è utopia, non rimane che sbagliare il meno possibile.

Eppoi mettiamoci in testa che gli arbitri non hanno mai torto. Impossibile prenderli in castagna. C'è sempre una via d'uscita. Non si dice: "Varata la legge, scoperto l'inganno"? A quelli che hanno dubbi ricordo la designazione di Chiffi di Padova per Fiorentina - Verona. Perché un veneto? Sembrerebbe un errore, ma se un dirigente viola avesse contestato, ecco la risposta: "Vi è stata data un'ulteriore garanzia. L'arbitro sa che non potrà sbagliare a favore degli ospiti, altrimenti si dirà tutto e il contrario di tutto". Ma se, conosciuta la designazione, la Fiorentina avesse detto che, nell'occasione, Chiffi non era gradito, siete sicuri che la gara sarebbe stata la stessa? Il fallo laterale invertito, la punizione non data, il calcio d'angolo non concesso, l'ammonizione in un caso sì e nell'altro no, faranno parte della direzione. E' umano. Come è facile aggiungere che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Il caso vuole che l'attaccante Pessina colpisca il pallone col braccio in area di rigore. Il fallo è netto. Chiffi lascia correre, senza fare una piega. Il Verona conduceva 1-0.

Il Presidente dell'AIA si precipita a difendere, giudizio che stride con le altre interpretazioni. Eppure sarebbe semplice non sbagliare le designazioni e ripristinare il principio della volontarietà. Ma volete mettere la goduria di andare in tv e sulla stampa a spiegare che il calciatore non cerca il pallone con il braccio e, infatti, non allarga o restringe l'arto? Eppoi gli arbitri sono troppo abili: sanno di aver esagerato e, non abbiate dubbi, correggeranno il tiro.  

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