Lettera a Lotito

25.02.2020 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Lettera a Lotito

Caro Presidente Lotito, non ho il piacere di conoscerLa, ma La osservo con attenzione da tempo. Più volte mi sono espresso in termini entusiastici per quel che ha fatto alla Lazio. Dal bilancio, che non conosce più il rosso, ai collaboratori e ad essere la società che ha vinto più trofei, negli ultimi anni, dopo la Juventus. Fino a mercoledì credevo fosse il candidato numero uno per lo scudetto. Poi giovedì mi sono cadute le braccia. Tutti a festeggiare i 30 anni di Ciro Immobile. Non importa che la squadra sia una famiglia, con Tare e Inzaghi in prima fila in sala-conferenze. Era così difficile rimandare tutto a lunedì e concentrarsi sulla trasferta di domenica alle 12.30 a Genova? Campo difficile, squadra in ripresa, formazione certamente più forte tra quelle che lottano per sopravvivere e curva da temere, specie se i rossoblu dovranno attaccare davanti alla Nord nella ripresa. Se Boskov diceva: "Testa di calciatore buona per portare cappello", c'era un motivo. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Ricorda il Presidente della Roma Viola? Ancora un dittatore, come Lei, più sottile, più ironico, ma inflessibile, sempre sul pezzo.

Per certe cose La vedo superiore, specie quando leggo le designazioni. Ma non faccia più scivolate d'ala, dal momento che l'obiettivo è lo scudetto. Ricorda come il Napoli lo perse, quando tutti lo davano vincente dopo l'1-0 di Koulibaly il 22 Aprile 2018 allo Juventus Stadium? I bianconeri dovevano visitare l'Inter e la Roma. Invece di andare in ritiro fino al 19 Maggio, atterrarono a Capodichino per raccogliere l'abbraccio di tifosi impazziti. E quando la settimana dopo a Firenze, invece di passare il pomeriggio al cinema, erano tutti a vedere alla tv l'Inter che all'86' batteva la Juventus 2-1, non subirono uno choc quando, 2' dopo, i bianconeri ribaltarono il risultato?

Sembrano particolari, ma guai trascurarli! Come quando Inzaghi ieri sostituisce Caicedo e Lucas Leiva sul 2-0 con Correa e Cataldi, non è un segnale che la partita è in cassaforte? Eppure un proverbio USA  dice: "Quando le cose contano, non cambiare: non la partner alla festa, né il gioco per la partita". Poteva costare caro senza la prodezza di Cataldi su palla inattiva. E' andata bene e la squadra ha superato un ostacolo alto, ma attenzione, Presidente, a non abbassare la guardia. E' gente che può sfuggire in un attimo. Quando sento Maldini e Pioli lamentarsi per l'arbitraggio di Calvarese a Firenze, so che a Lei non sarebbe capitato. Ma non basta. Occorre non distrarsi per curare una serie di particolari che particolari non sono. 

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