Marotta a Coverciano

14.07.2019 11:53 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico De Luca
Marotta a Coverciano

Ho letto l'intervista a Marotta su SportWeek. Mi ha incuriosito la foto che presentava, nell'aula magna di Coverciano, i rappresentanti al primo corso per D.S., istituito dalla FIGC nel 1981/'82. Eravamo una moltitudine e quasi tutti impegnati con le proprie società. Non ho ancora capito a che cosa servisse. Fra i docenti il prof. Piantoni, che insegnava Strategia Aziendale alla Bocconi, e il prof. Catturi, docente di Scienze Bancarie all'Università di Siena. Persone squisite che dovevano erudire i discenti, tra i quali si contavano pochi laureati, alcuni diplomati e altri che firmavano in stampatello. Anche se tra questi ultimi c'erano quelli che capivano più di calcio. Non condividevo l'impostazione del corso, perché ho sempre pensato che il calcio non si impari sui banchi di scuola, ma sia una trasmissione di esperienze. Se ci sono persone disposte a far conoscere quanto maturato in tanti anni di impegno, si migliorano le conoscenze. Ne avevo parlato con Allodi, l'ideatore del corso. Pensavo sarebbe stato opportuno invitare Clive Toye, colui che aveva portato per primo la pubblicità nel calcio e dai Toronto Blizzard era passato a New York, fondando i Cosmos. E poi Saporta, il D.G. del grande Real Madrid, quello di Di Stefano, Gento, Puskas e Santamaria. In quel tempo, Vicepresidente del Banco di Spagna, organizzava i Mondiali dell''82. Un manager inglese che accoppiava il fatto tecnico a quello organizzativo e, magari, un tedesco. Ascoltò. Conosceva Saporta, ma non derogò dalla linea tracciata.

Nel rivedere facce di amici sono andato indietro nel tempo e mi sono messo a ridere al momento di fare confronti. Non erano tutti fenomeni allora né sono tutti scarsi oggi, ma la percentuale di coloro che non dovrebbero ricoprire il ruolo è nettamente superiore al passato. Per questo fin dal 2004 ho pensato a un master per manager, tale da preparare i partecipanti a una professione diversa da quella che molti pensano. Ho trovato sempre difficoltà, anche perché alle università cui è stato proposto c'era un muro di gomma: almeno 6 delle 18 materie presentate dovevano essere illustrate dai loro professori. Invece ne concedevo 2: Lingue e Informatica. Né la FIGC ha capito che la rivoluzione del calcio, dopo tanti insuccessi, deve ripartire da Coverciano, con corsi mirati per manager, allenatori e istruttori. Stupisce come si ritardi ancora un cambiamento di rotta. Seppoi volessimo allargare il tema, si dovrebbero regolamentare i procuratori, oltre a calmierare gli emolumenti ad allenatori e manager, autentico non-senso. Ma come diceva il mio caro amico Pasquale: "Perché vuoi risolvere i problemi a chi non li vuol risolvere? Altrimenti lorsignori che cosa ci stanno a fare?".   

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