Non rimane che vincere!

05.07.2021 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Non rimane che vincere!

Sono nato con la "rosea" e continuo a leggerla, insieme con altri sportivi, ma talvolta chiedo come si possa dare spazio a collaboratori che col calcio hanno poco da spartire. Claudio Ranieri, invece, racconta, con dovizia di particolari, l'Italia che manda in tilt il Belgio. Piace soprattutto quando scrive: "Il calcio sta aiutando il Paese a rialzare la testa: servono anche le gioie dello sport per ripartire". Il tecnico romano spiega, finalmente, che non si tratta solo di 22 persone in mutande che colpiscono una vescica gonfiata. Il calcio è ben più importante e, con la Nazionale, si tornano a vedere bandiere tricolori alle finestre, i tifosi a migliaia a Piazza del Popolo e a godere, a fine partita, dell'Allianz Arena illuminata in bianco, rosso e verde. Uno spettacolo che inorgoglisce. E questo grazie, soprattutto, a Mancini, che dimostra di curare i dettagli e dare i giusti consigli.

Se da 32 gare non si perde, se superi in scioltezza il Belgio, numero uno del ranking mondiale, non rimane che dire chapeau. Non faccio marcia indietro, né mi unisco al coro dei vincitori, ma i meriti vanno riconosciuti. Se si vince col doppio regista, così a lungo, ha ragione Roberto. Ma continuo a non essere dalla parte di chi gioca col regista. Figurarsi di chi ne schiera due. Ricordo con piacere il Barcellona di Guardiola, con Xavi e Busquets e Iniesta a supporto. Divertiva e si faceva ammirare, senza dimenticare Messi, ma l'unico modo per contrastarlo era giocare sopraritmo o coperti e contropiede. Forse non bastava, ma non esisteva altra possibilità. Continuo a credere che un allenatore come Gasperini, e non solo, andrebbe a nozze contro una squadra con Verratti e Jorginho, ma, dal momento che i tecnici di Spagna, Inghilterra e Danimarca non leggono il calcio nello stesso modo, non vedo chi possa fermare questa Italia. Forse il designatore Rosetti, in una probabile finale con i padroni di casa a Wembley.

Facciamo i debiti scongiuri, ma, una volta uscita la Francia, la più forte del lotto, si è aperta un'autostrada per il titolo. Se non riusciremo a vincere, rimarrà la soddisfazione di aver risalito posizioni nel ranking, come non avveniva da tempo. D'accordo, aspettiamo sempre di più e l'anno prossimo, al Mondiale in Qatar, speriamo di farci valere, tanto da raggiungere il Brasile fra i pentastellati.   

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