Quando cambieremo?

10.09.2021 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
Quando cambieremo?

E' così difficile governare? D'accordo, parlare è facile, ma bisognerebbe anche riuscire a portare avanti le cose nel migliore dei modi. Non si può sposare la solita frase "tutto cambi, perché niente cambi", almeno nel calcio, che, continuo a ripetere, è l'azienda più importante del Paese. E il Cancelliere della Germania Schroeder, nel 2002, riuscì a mettere a posto la situazione del calcio tedesco, richiamando all'ordine le società con poche parole: "Non importa se i migliori calciatori vanno in Inghilterra, Italia e Spagna, a me interessa che le nostre società abbiano bilanci sani". Da allora le cose cambiarono e oggi la media spettatori più alta d'Europa è della Bundesliga, con stadi all'avanguardia e conti sotto controllo. Se non siamo capaci, facciamo come i giapponesi: copiamo. Invece vengono dubbi sulle capacità, ma non sulla scaltrezza dei soliti noti. D'altro canto è nel dna. Un giorno, parlando col Console d'Olanda, l'Italia risultava una nazione che aveva tutto, ma, dal momento che nessuno può avere tutto, si scopriva che c'erano gli italiani.

Per questo, quando ripeto le cose da fare per migliorare e passo dai procuratori ai mediatori, ai controlli Covisoc, alla C semiprofessionistica, al salary cap, ecc. ecc., scopro che sono utopie. Si può parlare di corsi per manager, allenatori e istruttori da riformare, se comandano gli allenatori, che hanno portato il loro 10% all'elezione del Presidente Federale? O di salary cap, che andrebbe a colpire i calciatori, che hanno portato il 20%? Non è il Presidente dell'AIC Vicepresidente della FIGC? E la Covisoc non costringerebbe le società a non fare artifizi per chiudere bilanci a norma? E i procuratori non sono legati a doppio filo con presidenti, D.G. e D.S.? E la riforma dei campionati non creerebbe ulteriori problemi all'AIC? Eppure dovremo riuscirci per un calcio migliore. A meno che il successo all'Europeo abbia azzerato tutto. Ma ci siamo accorti che ci continuiamo a cullare sui 37 risultati utili ottenuti dagli azzurri e dimentichiamo gli avversari di secondo e terzo livello, come i pareggi con Spagna e Inghilterra, con vittorie ai rigori, e quelli con Bulgaria e Svizzera? Ebbene, nonostante questo continuiamo a parlare di vincere, l'anno prossimo, il Mondiale in Qatar.   

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