Ronaldo va marcato!
Ho sempre preferito Messi a Ronaldo, perché ritengo il primo immarcabile. In questa categoria c'è posto solo per una minoranza: Pelé, Di Stefano, Cruyff, Valentino Mazzola e non so chi. Di Stefano era solito dire: "Tanti giocano bene al calcio, ma Pelé pratica uno sport con cui gli altri non hanno molta familiarità". E il suo compagno al Santos, Cesar Menotti: "Pelé si poteva marcare solo col gesso alla lavagna". Di Stefano era l'unico calciatore al mondo che mangiava, prima della partita, al tavolo dei dirigenti. Ho detto tutto. Per Keizer, ala sinistra dell'Olanda e dell'Ajax, Cruyff era "... profeta di una nuova religione calcistica, che univa ordine e creatività, forza fisica e cervello". Non per nulla era il "Pelé bianco". Di Mazzola ho sentito cose strabilianti dal mio compagno di squadra a Pescara, Tony Giammarinaro, il giovane più forte tra i rincalzi del Torino che ci lasciò a Superga. Una volta domandai a Boniperti chi era il migliore al mondo. Rispose: "Io!". Ma se parlava di Valentino Mazzola lasciava capire chi era quello vero. Quando Carlo Cappellini, docente di Scienze Motorie, mi invitò a Careggi a parlare ai suoi ragazzi, uno chiese chi ritenevo migliore tra Messi e Ronaldo. Risposta scontata.
La lunga premessa per arrivare a Ronaldo, che tra Manchester United, Real Madrid, Juventus e Nazionale ha messo a segno 798 gol. Come nessuno in attività. Solo Puskas quando la palla toccava il sinistro, nonostante l'adipe, emetteva sentenza. Ebbene, Ronaldo è solito sentenziare col destro, il sinistro e di testa. Come si fa a non citarlo? Semplice, non viene marcato! Non a caso Altafini ripete: "Se mi guardassero a vista, come avviene ora, segnerei anche a 83 anni". Se sento ripetere che con Ronaldo una squadra parte da 1-0, sembra impossibile non prendere le contromisure. La partita si dovrà giocare 10 contro 10, perché il portoghese sarà seguito da un difensore in grado di anticiparlo o non farlo girare. Siete certi che avrebbe deciso la vittoria e il pari con l'Atalanta? Nessuno ricorda la prima finale dell'Inter in Coppa Campioni, quando a Vienna, col Real Madrid, Helenio Herrera mise Tagnin alle costole di Di Stefano. Finì 3-1 e per una volta, incredibilmente, la "saeta rubia" non si espresse ai soliti livelli. E Maradona non fu guardato a vista da Contratto, con Passarella pronto a raddoppiarlo? E a Napoli e Firenze finì 0-0. Quelli che hanno il gol e l'assist facili possono decidere in qualsiasi momento e, se li lasci giocare, conosci già il risultato: 98 volte su 100!
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