Scaloni e Deschamps

23.12.2022 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
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Scaloni e Deschamps

Mi hanno insegnato che l'allenatore è il mestiere più difficile del mondo e, avesse tutte le doti che occorrono, potrebbe fare il Presidente degli USA. Credevo un mio maestro esagerasse. A conferma, aggiungeva una massima dei vecchi saggi: "Il migliore è quello che non fa danni e la formazione migliore la mettono in campo il giudice sportivo e il medico sociale". Correvano gli anni '70. Non ho mai dimenticato. Col tempo ne ho viste di tutti i colori. Nessuna meraviglia, date le difficoltà del compito. Se qualcuno avesse sperato di vedere cose diverse al Mondiale 2022, avrebbe sbagliato. Anche perché il tecnico della nazionale è, nella maggior parte dei casi, uno di secondo livello. I big preferiscono lavorare nei grandi club, essere ogni giorno sul campo, vivere lo spogliatoio, la partita della domenica e il rapporto quotidiano coi media, senza dimenticare l'ingaggio. Diverte assistere agli esagitati della panchina, anche se Hansi Muller ricorda: "Se hai un allenatore che urla e gesticola continuamente a due metri dal campo, i calciatori si rompono le scatole". Eppure passano per grandi motivatori. Né dimentico che in Spagna, prima dell'arrivo di Helenio Herrera, erano considerati maleteros, portabagagli.

Ed eccoci ad Argentina - Francia, finale del Mondiale. Le squadre migliori, con l'aggiunta del Brasile, uccellato dalla Croazia. Si prevedeva spettacolo. Scaloni ripresentava Di Maria. Se al meglio, veniva da dire, deciderà con Messi, come, dalla parte opposta, con Mbappé, Griezmann al top. Indovinavo Di Maria, autore di una gara strepitosa, quando, al 70', Scaloni lo chiamava in panca. Non so che cosa sia passato in testa del tecnico. L'uscita del fideo invitava i Bleus ad attaccare per tentare, sotto 2-0, un recupero disperato. Fino ad allora una sola squadra in campo e sostituire l'artefice primo del vantaggio era fare harakiri. Evito gli improperi inviati al tecnico, prima di rifiutare il seguito. Doveva rimanere anche col braccio al collo e sostituirlo a 5' dalla fine.

Non era la sola cosa che mi aveva fatto arrabbiare. Dall'altra parte, infatti, Deschamps dopo 40' richiamava in panca Giroud e Dembélé, addossando, agli occhi di tutti, la colpa di una Francia sottotono. Perché mettere alla berlina calciatori determinanti e vittoriosi in tante occasioni? Bastava attendere 5' e operare negli spogliatoi le sostituzioni. Non occorreva molto: buon senso e sensibilità, che un allenatore della nazionale dovrebbe avere. Se questi sono i mister della finale, figuratevi gli altri. 

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