Sir Alex e Tevez

06.09.2021 10:10 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Sir Alex e Tevez

Ho letto la ristampa de La mia vita di Alex Ferguson, il più grande allenatore del calcio inglese, accresciuta di due capitoli. Ho rivisto le cose che avevano interessato. Da chi gestisce per 27 anni il club con più tifosi al mondo e conquista 38 trofei, c'è solo da imparare. Dalle pillole di saggezza: "Un grande calciatore lo riconosci anche perché i tifosi avversari cantano cori contro di lui. Segno che lo temono", a considerazioni tecniche: "Il cambio di passo è ben più importante della semplice velocità". Non chiedetegli di scegliere il miglior undici del Manchester United. Si troverebbe in difficoltà, anche se Cantona, Giggs, Scholes, Robson e Cristiano Ronaldo non li lascerebbe fuori. E' evidente che per gestire il Manchester United la personalità deve essere più grande di quella dei calciatori o, per lo meno, devi credere che sia così, se vuoi controllare la situazione. Esiste un capo: è il manager.

Fra le cose più importanti, ricordo che riusciva a far correre da un'area all'altra calciatori di valore mondiale come Giggs e Beckham e che i centrali difensivi erano le fondamenta del suo calcio. Cercava solidità e concretezza, equilibrio e continuità. Diceva: "Sono il passo e l'abilità a leggere il gioco, a essere essenziali nel calcio ad alto livello". Era restio ad acquistare calciatori sull'onda delle buone prestazioni in un torneo, perché sono soliti prepararsi e motivarsi in vista di campionati europei e mondiali e dopo rischiano di essere in calo. Ha divertito quando, dopo aver ascoltato un giudizio entusiasta su un calciatore, si accorse che correva con la schiena dritta e spingeva molto con le ginocchia, "... mentre la spinta - diceva - parte anche dalle anche e questo avrebbe potuto creargli problemi nel prosieguo della carriera". Andy Carroll non era l'attaccante preferito. Il problema la mobilità, la velocità in campo. Non si può rimanere in area tutto il tempo. "Suarez - ripeteva - non è rapido, ma pensa velocemente".

Il Manchester United aveva un'organizzazione che rasentava la perfezione. Ferguson delegava parte del lavoro a un gruppo di fedelissimi. La sua forza. In Italia solo Boniperti si poteva avvicinare a Sir Alex, anche se non amava delegare. Su una cosa mi permetto di non essere d'accordo: Tevez. Dopo due anni in prestito, offrì 25 milioni di sterline per il riscatto. Il Chelsea 35 e il Manchester City 47. Per lui non aveva gran passo e non si allenava volentieri. Invece lo consideravo un immarcabile. Ne parlavo con Boniperti, che all'inizio preferiva Aguero. Poi si corresse e, cosa non facile, disse: "Sbagliavo". 

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