Spalletti 6+

15.09.2023 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Spalletti 6+

Ho sempre detto che il mestiere più difficile del mondo è quello dell'allenatore e, se avesse tutte le doti che occorrono, potrebbe fare il Presidente degli USA. Non sa confezionare una squadra. Può non sembrare, ma privilegia i calciatori avuti e quelli che si adattano al suo calcio. Al momento di lasciare, chi subentra ha altre idee, con gravi danni per le casse sociali. Ripeto quello che dicevano i vecchi saggi: "Il migliore è chi non fa danni e la miglior formazione la mettono in campo il Giudice Sportivo e il medico sociale". Al tirar delle somme, sono inspiegabili gli emolumenti di troppi, quando un milione netto dovrebbe essere un ottimo contratto. Ricordo una frase di un capitano della Sampdoria al sottoscritto: "Dopo il fischio d'inizio, la partita la decidiamo noi" e ciò che rispose l'Avv. Porelli, l'inventore della Virtus Bologna di basket, alla domanda di come sceglieva l'allenatore: "Deve essere un grande motivatore".

Detto questo, eccoci a Spalletti, il C.T. della Nazionale, reduce dallo scudetto di Napoli e da Italia - Ucraina di martedì. E' considerato uno dei migliori, ma questo non esime dal fare alcune considerazioni. Riveduta e corretta la formazione del pari di sabato a Skopje con la Macedonia del Nord, con cinque ingressi, nella ripresa inizia la girandola delle sostituzioni. Biraghi per Dimarco è un classico. Anche il viola ha un ottimo sinistro, ma il nerazzurro non dovrebbe mai essere sostituito: è il più pericoloso. Ha l'assist facile come nessuno. Anche un attimo prima di uscire serve una palla d'oro, un'occasione da gol. Gnonto per Zaccagni lascia il tempo che trova, ma Orsolini per Zaniolo non ha spiegazione. L'ex romanista gioca una buona partita. Chi lo marca si fa ammonire, oltre a molti falli. L'uscita tranquillizza l'avversario. Raspadori fa una buona gara. Sbaglia le conclusioni, ma Retegui non sposta gli equilibri. Lasciamo stare la sostituzione di Barella, perché l'interista deve rimanere in campo anche con il braccio al collo. Aveva bisogno di Cristante, ottimo in chiusura, già pronto a sostituire Locatelli se non avesse colpito la traversa, anche se lo juventino è altra cosa.

E' vero, dalla panchina il mister non è il massimo, come molti colleghi, ma si può migliorare. L'importante era vincere e conoscere meglio gli uomini a disposizione, in attesa della terza apparizione.

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