W l'UCAS
Rivoluzione all'UEFA: il gol in trasferta non varrà più doppio. Dalla prossima stagione nell'eliminazione diretta si andrà ai supplementari e ai rigori. Perché la regola adottata nel 1965 sarà abolita e il cambio riguarda solo l'UEFA? Niente esclude che l'esempio sia seguito da altri. Da noi potrebbe porsi il problema in Coppa Italia, nelle partite di andata e ritorno. Secondo il Presidente Ceferin l'impatto della regola va contro il suo scopo originale, perché dissuade le squadre di casa dall'attaccare, nel timore di concedere un gol. Anche Arsène Wenger la pensa così. Nonostante questi pareri non sono d'accordo. Il motivo è semplice: i gol non sono tutti uguali. Segnare fuori casa è sempre più difficile. La conferma viene da una statistica che un tempo vedeva al 61% i successi dei padroni di casa e al 19 delle squadre in trasferta, quando oggi si parla di 47 e 30. Peccato non si consideri che la pandemia ha portato a giocare senza pubblico e, di conseguenza, a livellare le percentuali. Al solito vince l'ufficio complicazioni affari semplici, l'UCAS. Troppo facile lasciare tutto al suo posto. Ma nel 1965 erano minus habens?
Così l'AIA, che considero l'associazione migliore della FIGC. Ecco il VAR, benvenuto, perché riduce la percentuale d'errore dell'arbitro e limita un potere discrezionale troppo ampio. Soprattutto sul fuorigioco. Dopo un inizio contraddittorio, tutti hanno capito l'importanza. Ma non ci si deve fermare. Sarebbe autolesionismo. Allora, nella valutazione del calcio di rigore non possiamo continuare a dissertare su questioni di lana caprina. Il male minore e la cosa più semplice è tornare al principio della volontarietà. So bene si allargherebbe la discrezionalità del direttore di gara, ma è il male minore e, se nessuno riuscirà mai a far bene, bisogna cercare di sbagliare il meno possibile.
Ho apprezzato, invece, lo scambio di arbitri tra l'argentino Rapallini all'Europeo e lo spagnolo Gil Manzano al campionato sudamericano. Chiaramente il Presidente Collina e i designatori Busacca e Rosetti si sono trovati d'accordo. Non è poco.
Chiudo con la speranza che, dopo aver diviso la A e la B per un periodo, non si commetta più l'errore. Così come sogno sia abortita la volontà di far parlare gli arbitri. L'errore più grande che l'AIA potrebbe commettere.
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