Wooden e Cruyff
Nella vita c'è sempre da imparare e condividere esperienze e conoscenze. I tecnici hanno bisogno di consigli ed essere guidati, soprattutto dai più bravi. Oggi penso di offrire il massimo con la Piramide del Successo di John Wooden, il coach più vincente del basket universitario USA, con gli undici titoli di UCLA, e le quattordici regole di Johan Cruyff. Per prima cosa bisogna amare lo sport, poi con tanti sacrifici si raggiungeranno i risultati e la crescita dei giovani, non meno importante.
Ecco la Piramide del primo, formata da 15 blocchi che portano al successo, inteso non come vittoria, ma come essere in pace con se stessi, diretta conseguenza della consapevolezza di aver fatto tutto per diventare il miglior atleta e il miglior uomo possibile: Impegno, Amicizia, Lealtà, Cooperazione, Entusiasmo, Autocontrollo, Attenzione, Iniziativa, Determinazione nel raggiungere uno scopo, Condizione fisica, Tecnica, Spirito di squadra, Calma, Fiducia e Competitività.
Cruyff, il numero due al mondo, dopo Pelé, si ferma, invece, a 14, pari al numero di maglia: Gioco di squadra: per fare le cose dovute, farle insieme; Responsabilità: prendetevi cura delle cose come fossero vostre; Rispetto: rispettate gli uni e gli altri; Integrazione: coinvolgete gli altri nelle vostre attività; Iniziativa: abbiate il coraggio di provare qualcosa di nuovo; Allenamento: aiutatevi, sempre all'interno di una squadra; Personalità: siate voi stessi; Impegno sociale: cruciale nello sport e nella vita; Tecnica: è la base; Tattiche: sappiate cosa fare; Sviluppo: lo sport sviluppa forza e anima; Imparare: qualcosa di nuovo ogni giorno; Giocare insieme: è una parte essenziale del gioco; Creatività: è la bellezza dello sport.
Ad abundantiam aggiungo i consigli di Alex Ferguson, che vince 38 titoli al Manchester United, inclusi un Mondiale per club, 2 Champions League, 13 campionati e 5 FA Cup. Un bottino complessivo di 49 trofei fa di lui l'allenatore più vincente del calcio britannico. Dice: "In 27 anni sono andato avanti così, fino ad arrivare al cuore del lavoro: calciatori, staff e Direttore Esecutivo. Con loro hai a che fare ogni giorno, con gli altri solo quando li trovi davanti. Tutti i nomi dell'organigramma non contavano nulla: avevo una conferenza stampa alla settimana, un'intervista dopo la partita e gli agenti si chiamavano solo se un calciatore voleva più soldi". Che cosa diranno quelli che parlano di un calcio cambiato? Se capisci non hai bisogno di molti attorno.
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